Centro commerciale, shopping, saldi, per le donne queste sono parole magiche. Per loro, poi, un’altra magia sarebbe poter andare a fare spese con il proprio partner, cosa praticamente irrealizzabile.
“Da quando sono iniziati i saldi, sapevo che il momento più temuto dell’anno sarebbe arrivato con l’innocente domanda: amore, mi accopagni per negozi? Devo comprare giusto due cosette. Ecco perchè quando mi hai chiesto di andare a fare shopping, avrei voluto risponderti un semplice: non mi va. Non perchè non tengo a te o non mi piace passare il tempo al tuo fianco. Ma perchè odio tutto il resto: le commesse che ti inceneriscono con lo sguardo, i commessi col ciuffo hipster, la musica da schiuma party di Ibiza, il profumo al posto dell’ossigeno, le cosine che scivolano dalle stampelle solo se le sfiori, la fila eterna fuori dai camerini e lo sciame di donne che si avventano sul maglioncino striminzito in saldo come fosse l’ultimo capo di abbigliamento di uno scenario post nuclerare.” Ecco che in questa lettera appare tutto quello che un uomo pensa quando accompagna la sua dolce metà a fare shopping, tutto quello che non ha mai osato confessare, tutto quello che blatera quando la donna è chiusa nel camerino a provare i suoi mille abiti e i relativi mille abbinamenti.
26 minuti è il tempo medio prima che gli uomini si annoino a fare shopping. Per le donne, ovviamente, è diverso: sono felici di marciare dentro e fuori da negozi e camerini per due ore prima di stufarsi. Questi sono i risultati di uno studio britannico condotto su 2.000 uomini, interpellati sulla loro volontà di fare spese con la propria compagna.
8 uomini su 10 trovano noioso accompagnare la donna a fare shopping, e il 45% ammette che lo eviterebbe a qualsiasi costo. C’è l’idea comune che una qualsiasi donna, moglie o fidanzata che sia, impieghi troppo tempo per trovare ciò che vuole e poi prendere una decisione. Un uomo su 3 aspetta seduto fuori dal negozio, 1 su 5 ha ammesso di ammirare altre donne per passare il tempo, e quasi la metà ha riferito che le giornate finivano in litigi causati dal cattivo umore nei centri commerciali.
Quando poi gli uomini si sentono interpellati con la classica domanda “come mi sta?” che una donna fa mentre si ammira allo specchio con quel vestito all’ultima moda, loro rispondono standardamente con un metodico “bene amore”.
“Non lo dici convinto. Se non ti piace sii più chiaro, no? Non voglio comprare una cosa che non ti piace. Va bene, le cose le compro per me, ma se a te fanno schifo che senso ha? E’ chiaro che ti fa schifo. Prendimi quello un po’ meno rosso e con i pois che sembrano rombi.Inizio a sudare freddo. Io che conosco solo il nero il grigio e il bianco (il blu no, spesso lo confondo) mi muovo con terrore nel negozio, evitando le commesse saccenti (mi mangerebbero vivo) o quelle troppo fighe (mi mangeresti vivo) e intercettando lo sguardo di altri uomini ugualmente spaventati. Solo, alla ricerca di un vestito disegnato da Picasso, che tu hai deciso mi piacerà di più di quello che hai deciso che mi fa schifo.”
Questa stessa scena, molto probabilmente, si ripeterà 10, 20, 30 volte, davanti a specchi diversi di negozi diversi di livelli diversi di centri commerciali diversi, moltiplicato in maniera esponenziale durante il periodo di saldi, quando, per una donna, il capo con attaccato sopra il cartellino sconto diventa un pezzo da avere a ogni costo.
In ogni caso il risultato finale sarà identico. Uomini che già dopo la prima mezz’ora di shopping-tortura non vedono l’ora di tornare sulla strada di casa, del divano, del riposo, e donne che, nonostante abbiano provato qualsiasi cosa in tutti i negozi visitati, non sono completamente soddisfatte dei loro recenti acquisti e ripropongono un’altra giornata di “divertente shopping” ai loro partner che, quasi sicuramente, questa volta, troveranno una scusa per declinare l’invito.