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Categorie: News Politica

Le spese assurde della politica, nel tunnel degli orrori

Published by
Matteo Sacchi

Le spese della politica, ma soprattutto le spese dei politici con i soldi pubblici hanno scandalizzato l’Italia intera quando indagini e inchieste hanno portato alla luce lo scandaloso sistema, all’interno di alcune amministrazioni non esattamente trasparenti.

Siamo in un Luna Park come tanti, o forse no. Questo strano parco ha approssimativamente la forma di uno stivale e ha tantissime bancarelle: qualcuna si chiama “Municipio”, alcune si chiamano Province o Regioni e poi ci sono due strutture collegate, i caratteri antichi e scolpiti su pietra vanno a formare le parole Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, ma qualche mano provvidenziale ci ha anche aggiunto: “Benvenuti nel Tunnel degli Orrori”.

All’ingresso molti uomini in giacca e cravatta vogliono dissuadere il visitatore dal provare l’attrazione; dicono di essere senatori e deputati, e garantiscono che va tutto bene, che sono Onorevoli e sanno cosa fare. Ma la curiosità ha la meglio e così si entra nel tunnel.
Il viaggio non segue un ordine retto, ma un ordine della vergogna, talmente generalizzata da correre in tutti i luoghi senza preferirne nessuno.

È così che gli italiani potrebbero immaginare di rappresentare in maniera onirica quanto emerge dalla pubblicazione delle note spese di Istituzioni ed enti, tutte rigorosamente pagate con soldi pubblici. E quindi, continuando a sognare -anche se forse sarebbe meglio parlare di un incubo-, ci si imbatte in un Suv Bmw guidato da un omone che si scopre essere Franco Fiorito, ex consigliere PDL della Regione Lazio. Continuando il giro non si può che restare sempre di più agghiacciati, perché si incontrano nell’ordine: Roberto Boniperti (ex Pdl in Regione Piemonte) che si sta facendo rimborsare con i soldi degli italiani una caldaia, un frigorifero, una lavatrice ed un televisore per un totale di… non è dato saperlo, anche se due calcoli li può fare chiunque. Si sa solo che non soddisfatto il consigliere si è fatto rimborsare anche una forma di gorgonzola piccante per 153 euro.

Renzo Bossi aveva sì un’aria stupida, ma evidentemente non abbastanza da rinunciare al rimborso di caffè, sigarette, salatini, Red Bull e birra per un valore di 22.000 euro circa. E chissà quanti aperitivi deve aver consumato e offerto per raggiungere una cifra del genere.

Trasportati dal trenino che guida in questo viaggio nel museo degli orrori della politica italiana, in Campania, ci si ritrova in un negozio di giocattoli, dove uno di quegli uomini in giacca e cravatta sta comprando una Barbie per la figlia. Non ci sarebbe niente di male, se l’importo del giocattolo non gli fosse stato rimborsato con i soldi pubblici.
A questo punto si potrebbe pensare che non ci sia più nulla che possa spaventare, invece si incontrano i 113 euro spesi allo Juve Store di Torino da Tiramani della Lega; i due euro e ottanta per la Nutella di Spreafico, PD; i 650 euro spesi al Discobar la Strada alla Regione Molise.

Ma non è finita qui, perché tra gli orrori dei soldi pubblici dilapidati si trovano anche i 38 euro spesi in un negozio di intimo femminile da un senatore IDV.

Alla fine di questo viaggio, che sembra proprio un brutto sogno, si inizia a scorgere il cartello che indica l’uscita ma c’è un uomo che parlotta al botteghino col bigliettaio: è un consigliere della Regione Calabria che sta acquistando il ticket per uno show di lap dance e anche se glielo hanno pagato gli italiani non è dato sapere quanto abbia speso.

Tornando all’ingresso di questo grande Luna Park, però, ci si accorge che, insieme ai Palazzi di cui ci si è appena finiti di scandalizzare, ci sono anche alcune case: c’è una massaia che insiste perché l’idraulico non le faccia la ricevuta pur di pagare pochi euro in meno, stessa cosa succede con elettricista, giardiniere e chiunque si rechi a battere cassa.

Una considerazione allora viene naturale: quanto i comportamenti dei politici possono essere l’espressione esponenziale di un popolo come quello italiano? Del resto la classe dirigente di un Paese non è forse l’espressione cosciente dei propri elettori?

Published by
Matteo Sacchi