Il trasferimento dell’estate, il passaggio dal Santos al Barcellona dell’attaccante brasiliano Neymar, rischia di diventare un caso internazionale con possibili conseguenze giuridiche e penali davvero clamorose.
Una denuncia proprio di un socio blaugrana, Jordi Cases, ha infatti consentito alla procura di Barcellona di aprire un fascicolo di indagine a carico del presidente del club, Rosell. L’accusa è molto pesante in quanto Cases accusa Rosell di appropriazione indebita di ben 40 milioni di euro relativi al trasferimento del fuoriclasse ex Santos.
L'”operazione Neymar” è senza dubbio uno dei trasferimenti di mercato più complessi e controversi della storia recente del calciomercato. Il funambolo brasiliano è stato infatti conteso a lungo dal Barca e dagli acerrimi rivali del Real Madrid per poi scegliere il club catalano per poter così giocare al fianco di Leo Messi, numero uno al mondo.
Il 26 maggio 2013 l’annuncio tanto atteso: “Neymar sceglie il Barcellona“. Le certezze tuttavia si fermano qui perché per capire realmente quanto è stato pagato l’asso brasiliano si deve necessariamente entrare in un campo fatto di dubbi, percentuali, contratti e società esterne.
Il Barcellona comunica infatti di aver acquistato Neymar per una cifra pari a 57,1 milioni di euro ma tale versione differisce con una seconda, quella del presidente del Santos Odilio Rodrigues, che afferma di aver pattuito con il club spagnolo la cifra di 17 milioni con la possibilità in base alle prestazioni del ragazzo, ai premi consegnati dalla Fifa e a due amichevoli, di arrivare a 31 milioni circa.
Una cifra che pare essere confermata dal documento inviato proprio dal club brasiliano alla Fifa.
L’accordo, stando a comunicati brasiliani, prevede anche la prelazione per tre talentini del Santos dietro il corrispettivo di 7,9 milioni. Una cifra che anche sommati gli eventuali bonus è nettamente inferiore ai 57 dichiarati dal Barcellona.
Il Santos, tra l’altro, non ha incassato la totalità della cifra in quanto il cartellino di Neymar era diviso con la società Sonda, che ne deteneva il 40% e con la Teisa (5%).
Da questo intrico di interessi esce una terza versione, quella della Sonda che per il suo 40% ritiene di dover ricevere ancora 25 milioni di euro, avendone ricevuti solo 7 al fronte di una valutazione del cartellino di 72 milioni totali. La società brasiliana ha sporto denuncia verso il club catalano e altre indagini sono in atto per stabilire quale sia davvero la verità in questa complessa operazione di mercato.
Le modalità di trasferimento non hanno dunque convinto una parte dell’assemblea dei soci del Barcellona, il cui malcontento è sfociato nella denuncia verso il presidente Rosell da parte di Jordi Cases, azionista del club.
Due domande sorgono dunque spontanee. Quanto è stato pagato realmente Neymar? A chi sono andati i soldi? Una risposta arriva da Rodrigues, presidente del Santos :”Dove sono finiti i milioni spariti? Si può pensare che siano stati spartiti come commissioni a persone che lavoravano alla trattativa per conto del Barcellona. Ma noi non sappiamo dove siano finiti.”
Visti i rumors che questo caso sta sollevando in Spagna ed in Brasile anche il diretto interessato, Neymar, imbeccato dai giornalisti, non ha perso tempo nel dichiarare la sua innocenza: “Non c’è nulla di illegale. Mio padre firmò il contratto ed egli è una persona che gode della mia totale fiducia.Comunque, se qualcuno vuole sapere come stanno le cose non deve chiederlo a me, ma a lui.”
In attesa di sviluppi che potrebbero rivelarsi clamorosi sorgono molte perplessità sul vuoto istituzionale lasciato dall’ Uefa e soprattutto dalla Fifa, incapaci di controllare e regolamentare con cura un calciomercato sempre più in mano a società esterne, procuratori, banche e presidenti senza scrupoli.
Servono provvedimenti immediati per porre fine a un malcostume che rischia di gettare ulteriore fango verso l’anima di un calcio sempre più lontano parente del gioco amato da milioni di persone.