L’advertising prank è una delle ultime trovate pubblicitarie. Se fino a qualche tempo fa eravamo avvezzi alle candid camera, oggi dobbiamo abituarci all’idea che una candid camera – di norma alquanto crudele – possa essere utilizzata per promuovere un prodotto.
Di recente abbiamo visto LG alle prese con una campagna di advertising prank geniale, che puntava a sponsorizzare i televisori HD. Un televisore di dimensioni notevoli prendeva il posto di una finestra, proiettando l’apocalisse di fronte agli occhi sgranati, e terrorizzati, di un intervistato per un posto di lavoro. Crudeltà? Sì. Cattiveria? Anche. Divertimento? Ammettialo: pure.
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Ma i pubblicitari, si sa, non si accontentano mai. Così si preme sempre di più sull’acceleratore. Quando poi c’è da promuovere un film, la creatività corre veloce. Nel 2013, per il lancio del film Lo sguardo di satana – Carrie, un coffee shop ha tremato di paura. Una volta allestito il set a dovere, far credere ai clienti che una ragazza avesse poteri di telecinesi è stato semplice.
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Ed eccoci arrivati a oggi. L’agenzia Thinkmodo, che ha firmato la creatività dello scherzo nel bar, per la pellicola horror in uscita Devil’s Due ha osato ancora di più. Con l’ausilio della robotica avanzata, ecco scendere in strada un neonato indemoniato. Il robottino, dalle sembianze di un vero bambino, è stato abbandonato in un passeggino anch’esso telecomandato, in una gelida giornata invernale. Immancabili i passanti che, preoccupati per la salute del piccino, si sono avvicinati. Il balzo di terrore di fronte alla creatura accartocciata in espressioni di rabbia demoniache era inevitabile.
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Trovare ora spassoso ora crudele uno scherzo del genere è un attimo. Ma fino a che punto si possono spingere i pubblicitari? Quand’è che l’etica deve diventare un limite?