Quando nell’estate del 2008 gli italiani si innamorarono di Facebook, arrivando in massa a popolare quello che sarebbe diventato il Social Network per eccellenza, la prima giustificazione (e sì, l’essere umano ha sempre bisogno di giustificazioni) fu: “Finalmente non mi perdo più un compleanno“. E ancora “Provalo, è fighissimo, ti ricorda i compleanni di tutti gli amici e puoi fargli gli auguri direttamente lì“. Fighissimo, appunto. Ogni giorno, sulla nostra bacheca, oggi ribattezzata Timeline, apparivano volti di amici e di perfetti sconosciuti entrati chissà come a far parte delle nostre vite, e un invito più o meno esplicito: “Fai gli auguri a Marco per il suo compleanno“.
Io li ho fatti gli auguri a Marco, ma mi sono dimenticato di lui un secondo dopo. E lui si è dimenticato di me. Salvo poi scrivere la sera, sulla sua bacheca: “grazie a tutti, siete tantissimi!“. Sì, siamo tantissimi, ma di te non ce ne frega nulla, Marco. E nemmeno di Luca, Francesca, Simona e Davide. Me ne sono accorto qualche mese più tardi e ho cercato di impormi una regola. Ok gli auguri sui Social, ma ad una condizione: pensare ad un messaggio unico, originale, che non si limitasse alla parola Auguri. Una citazione, una foto, un messaggio personale che potesse emergere dalla massa.
Sono passati quasi 6 anni dall’estate del 2008. Ricevere una telefonata di auguri è diventata merce rarissima. Dopo Facebook c’è WhatsApp, si è arrivati a considerare un lusso persino gli sms. Per un motivo molto semplice: l’idea condivisa è quella che gli sms si paghino, nonostante le nuove tariffe telefoniche prevedano vagonate di messaggi gratis. Eppure, se non altro, c’è più intimità. Lo sforzo di dover dire qualcosa, un augurio che non sia quello standard. I Social ci hanno tirato dentro la fabbrica dell’omologazione. Il tuo amico ti ha invitato a provare la funzione Compleanni. Sono anni che lo ignoro, ma lui non si rassegna. Ci tiene proprio a spegnere tutte, ma proprio tutte, le candeline dei suoi contatti.
Le nostre vite si sono riempite di perfetti sconosciuti che il linguaggio dei Social ci ha fatto chiamare amici, ma che in realtà sono numeri, persone che magari non consideriamo per tutto l’anno e con le quali ci facciamo belle nel giorno del compleanno. Stupenda, a tal proposito, la canzone di Levante, uno dei tormentoni dell’estate 2013 e che tra le altre cose da il titolo a questo post: Alfonso. Vi consiglio di ascoltarla prima di postare il prossimo messaggio di auguri ai vostri amici. Con questo non voglio dire che sui Social non si conoscano persone nuove che possono poi diventare punti di riferimento importanti nella nostra vita, anzi. Voglio solo dire che il rischio (la certezza) è quella di perdere di vista gli amici veri, quelle 10 persone che meriterebbero auguri personalizzati, anche a Natale.
E così, alla fine, ho deciso di non utilizzare più questo strumento per fare gli auguri ai miei amici. Non ve la prendete, ma da quando ho capito che non ve ne accorgete nemmeno, ho preferito evitare. E poi vuoi mettere l’effetto sorpresa? Oggi telefonare è diventato il modo più originale per augurare buon compleanno a qualcuno. Diciamo di non avere tempo per due chiacchiere, e poi passiamo ore sui Social alla ricerca del prossimo sconosciuto al quale augurare “Stronzo, tanti auguri ma non ti conosco“.