Ancora una volta gli europarlamentari italiani si confermano tra i più assenteisti in Europa. In base alle statistiche riportate da Mepranking.eu, un’organizzazione indipendente che ogni anno aggrega i dati diffusi dal Parlamento europeo per dare un’idea ai cittadini di come si muovono i loro rappresentanti, l’Italia è al 23esimo posto su 28 quanto a presenza dei suoi eletti all’Eurocamera: più assenteisti solo i deputati delle nazioni che hanno preso nettamente le distanze dalle politiche europee, come Ungheria, Gran Bretagna, Cipro, Malta e Lituania. I più presenti, invece, gli austriaci, gli slovacchi e gli estoni.
Tra gli europarlamentari italiani, quelli che meno si sono visti sono il popolare Gino Trematerra, che ha partecipato solo al 38% delle sessioni, e Francesca Barracciu, la renziana che si è dovuta ritirare dalla corsa a presidente della Regione Sardegna, perché indagata per lo scandalo dei fondi ai gruppi del Consiglio regionale. La Barracciu si è vista al Parlamento Ue solo al 41% delle sessioni. Male anche Mastella e De Mita, che hanno partecipato al 50% delle sessioni. Al primo posto l’europarlamentare Andrea Zanoni dell’Alde, il gruppo più filoeuropeista, con il 98% di presenze.
Il dato positivo in riferimento all’attività dei nostri rappresentanti a Bruxelles invece è rappresentato dal loro attivismo. L’Italia è tra i primi Paesi d’Europa come numero di mozioni presentate. Secondo i dati forniti da Mepranking.eu al primo posto di questa speciale classifica c’è la liberale Roberta Angelilli (ben 239 mozioni). Dopo di lei l’onorevole Sonia Alfano dell’Alde con 210, tre le quali spiccano quelle sulla congruità delle cifre erogate rispetto agli standard garantiti per il servizio di accoglienza ai migranti e per il rilascio degli attivisti di Greenpeace detenuti in Russia.
L’onorevole Angelilli è al primo posto anche come numero di dichiarazioni, dieci in un anno. L’antieuropeista Matteo Salvini, neo segretario della Lega Nord, è invece al primo posto sia come numero di opinioni espresse sia come numero di reports.
Si vedono poco, ma si fanno notare abbastanza. Secondo Mepranking.eu in assoluto la più attiva é Mara Bizzotto della Lega Nord, seguita a stretto giro da Sergio Silvestris e Roberta Angelilli entrambi eletti nelle fila del Popolo delle libertà, mentre i meno attivi Franco Bonini, Trematerra Gino e Frigo Franco.
Il fatto che i nostri europarlamentari risultino primi per numero di interrogazioni e dichiarazioni di voto è un primo segnale positivo, ma lo sconcerto rimane. La posizione drammatica dell’Italia in seno all’Eurozona meriterebbe una attività più incisiva dei nostri eurodeputati, soprattutto se si considera che l’Europarlamento è la cosiddetta “anima democratica” dell’Ue, l’anello di congiunzione tra la fredda tecnocrazia dominante e l’elettorato attivo.
Che bella vita quella dell’europarlamentare. A differenza della cassiera di un supermercato o di un commesso ai grandi magazzini, tenuti a giustificare la propria assenza che, peraltro, implica effetti riduttivi e detrattivi sul proprio stipendio o può addirittura causarne il licenziamento, per il mondo della politica -e quella europea non è da meno- esistono ancora inspiegabili privilegi. Per gli eurodeputati, infatti, le assenze non sono penalizzanti in sede retributiva, ovvero, non vanno ad intaccare il loro stipendio, ma soltanto alcune indennità accessorie come quella di soggiorno e quella per le spese generali.
È proprio a causa di questi assurdi privilegi e dei tanti scandali che hanno travolto la politica se in questi ultimi anni ormai la parola assenteismo non si usa quasi più in riferimento al mondo dell’istruzione. È una parola evocativa della figura del politico ozioso e incurante, privo di stimoli e di etica, del politico che vede dalla finestra che fuori piove e fa freddo e decide di non andare a lavoro per infilarsi nuovamente sotto le coperte, tutto contento: “Tanto mi pagano lo stesso”.
[Foto credits: EPA/PATRICK SEEGER]