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Categorie: Cronaca News Politica

Cannabis, dal comune di Torino a sorpresa arriva un sì

Published by
Matteo Sacchi

Il comune di Torino oggi ha espresso qualcosa che suona come un nulla osta alle autorità statali in caso si volessero proporre leggi a riguardo. Nessuna liberalizzazione e nessun coffee shop, è ancora presto anche per sostituire i gerani sul balcone di casa con piantine di marijuana. Ma rimane comunque un progresso rispetto al quasi timoroso silenzio che si è osservato in Italia a proposito di questo tema.

La votazione è stata accolta anche con sorpresa poiché fino all’ultimo si temeva in un astensione del frangente più cattolico del Partito Democratico nei confronti dell’Ordine del Giorno proposto dai consiglieri di Sinistra Ecologia e Libertà. Il PD si è effettivamente spaccato tra consiglieri pro, contro e astenuti (tra questi ultimi anche il sindaco Piero Fassino) ma alla fine è stata evitata la soluzione di ripiego, ossia quella di allargare l’uso terapeutico della cannabis ed è stato approvato il testo originario ed integrale presentato da Viale, Cassiani e Centillo del PD e Grimaldi di SeL.

Grimaldi è il primo a cantare vittoria e ad esternare la propria felicità perché Torino è di fatto la prima grande città a liberalizzare le droghe leggere. Determinanti sono stati anche i voti dei consiglieri aderenti al Movimento 5 Stelle favorevoli all’abrogazione della Giovanardi-Fini che ha consegnato nelle mani del narcotraffico e della criminalità organizzata un mercato che, se legalizzato, avrebbe potuto garantire da anni entrate legali allo stato molto consistenti.

A Torino ci avevano già provato nel 1996 a liberalizzare la marijuana e le droghe leggere ma i tempi non erano ancora maturi e soprattutto la politica italiana in questi 18 anni ha agito in direzione opposta alla strada intrapresa dal comune piemontese.

Inevitabile la contrarietà dell’opposizione in Comune formata da Nuovo Centrodestra, Lega e Fratelli d’Italia. I consiglieri della destra hanno espresso la loro netta contrarietà sostenendo che quello della liberalizzazione non è uno dei temi che sono fondamentali per la città.

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Matteo Sacchi