Sono gli art. 4 e 5 del Dlgs 74/2000 a puntare il dito contro Miuccia Prada e suo marito Patrizio Bertelli. Il nome della stilista erede del marchio e quello dell’amministratore delegato del gruppo, sono infatti sul registro degli indagati della Procura di Milano per l’inchiesta aperta parallelamente ad un contenzioso della maison con l’Agenzia delle Entrate.
“Dichiarazione infedele” e “Dichiarazione omessa”, queste le imputazioni a carico della maison milanese, che a quanto pare avrebbe eluso, in dieci anni di bilanci, tasse per un ammontare complessivo di 470 milioni di euro.
Il contenzioso con l’Agenzia delle Entrate per esterovestizione societaria, avrebbe infatti solo attirato l’attenzione sul trasferimento, puramente formale, delle sedi delle principali società del gruppo Prada in Olanda e Lussemburgo, in cui vige un sistema fiscale nettamente più favorevole, e sulla conseguente frode fiscale.
L’esterovestizione della Prada Holding ha reso così Miuccia Prada e consorte più italiani che mai: un noto e simile precedente ha coinvolto nel 2010 la maison italianissima Dolce e Gabbana, i cui due stilisti e padrini sono stati condannati a un anno e otto mesi di carcere, lo scorso giugno.
Al momento resta in sospeso la sentenza penale che prevede, per l’accusa, da uno a tre anni di reclusione. Secondo la legge attualmente in vigore, l’adempimento del debito fiscale, non può infatti sterilizzare il processo penale.
Un adempimento che la maison di Miuccia Prada ha già risolto attraverso il versamento del debito di 470 milioni di euro nelle casse dell’Agenzia delle Entrate previsto dal provvedimento della voluntary disclosure, un’autodenuncia, che sarà varata a breve, volta a favorire il rimpatrio di capitali dall’estero. Il contribuente, a seguito di questa regolamentazione volontaria della propria situazione, è tenuto a pagare l’ammontare delle imposte che avrebbe pagato se avesse detenuto i capitali esteri “in chiaro”.
I legali della Prada Holding, Stefano Simontacchi e Guido Alleva, appaiono fiduciosi riguardo l’esito positivo dell’indagine condotta dai pm Gaetano Ruta e Adriano Scudieri.
Anche una delle donne più ricche del mondo, secondo la 2013 Billionaires list di Forbes, come Miuccia Prada, sembra così aver ceduto alle lusinghe dell’effimero idillio che solo la frode fiscale può creare, non accontentandosi di un patrimonio stimato attorno 10 miliardi di euro.
Non sarà che le griffe italiane stiano tentando di lanciare una nuova moda?