Sono primi, si tengono per mano, regalano intensità ed energia, ma nessuna rete. Strano a dirsi quando di fronte ci sono i titani della nuova Liga. Da una parte l’Atletico Madrid per rivoluzionare il calcio spagnolo e interrompere la dinastia Barça-Real, dall’altra il Barcellona per spezzare i sogni biancorossi e tornare in vetta solitaria: è questa la cornice che si presenta al Vicente Calderon, che vanta la miglior difesa del torneo opposta al miglior attacco dei blaugrana. “El Cholo” Simeone schiera la formazione tipo che ha regalato il primato sino ad oggi, con l’ex David Villa e il fenomeno Diego Costa in avanti. Dall’altra Martino tiene le carte scoperte e preferisce attendere le mosse offensive dei locali, rinunciando a Messi e Neymar non al top.
PRIMO TEMPO. Bisogna attendere solo 4’ per il primo sussulto firmato dalla falcata di uno scatenato Arda Turan, che ubriaca Jordi Alba e fa partire un tiro-cross insidioso che riesce a sventare Piqué in angolo. Per la prima ghiotta occasione, serve che il cronometro tocchi il 27’: l’Atletico guadagna il terzo angolo consecutivo dalla destra, sul quale Miranda spizza verso Diego Costa, che appostato sotto rete non colpisce quanto basta per battere Valdes, lasciando l’urlo dei tifosi soltanto strozzato in gola. L’equilibrio regna sovrano, ci prova anche il Barcellona con un traversone di Iniesta che si stampa sulla testa di Pedro: il sette ospite gira verso la porta un pallone che termina solo alto oltre la traversa di Courtois. Il portiere, poi, corre un brivido sull’azione successiva grazie ad una conclusione sporca, ma inaspettata, di Piqué, che costringe l’estremo di casa a respingere non perfettamente la sfera, allontanata dalla difesa.
SECONDO TEMPO. Tanta corsa contro tecnica a sprazzi: il primo tempo si chiude senza ulteriori pretese e prospetta una ripresa più interessante, con la clamorosa esclusione al 45’ di Iniesta e l’inserimento di Leo Messi, grande escluso nel big match. La pulce sembra entrare già in partita: il Vicente Calderon trema dopo un allungo sul fondo del campo che impensierisce Courtois, sostenuto da un instancabile Diego Costa in fase di ripiegamento.Lo stesso Diego Costa sarà pericolosissimo al 59’, dopo un break frenetico di Arda Turan: il dieci di casa lancia in porta il bomber madrileno che si produce in una conclusione potente, ma imprecisa. L’Atletico prova a vincerla. Attacca, ma non padroneggia, mentre il Barcellona fatica ad alzare i ritmi. Martino prosegue le sue mosse scacchistiche richiamando in panchina Sanchez e riproponendo Neymar per poco meno di mezz’ora. Al 69’ lo scarico per Jordi Alba è perfetto, con il terzino che restituisce un pallone d’oro alla pulce che di testa spedisce a lato. La vivacità è alle stelle, il gioco è maschio, ma i brividi per Courtois e Valdes son sempre meno: al 77’ è Diego Costa a staccare con potenza grazie ad un’incornata di testa che termina sul fondo. I colchoneros ci credono, passa un giro di orologio ed è Arda Turan , migliore in campo, a cercare con una mezza rovesciata di beffare il numero uno blaugrana, che si accartoccia e ferma la sfera. L’atteggiamento dei locali è da libro cuore, ma le accelerate, seppur sporadiche, di Messi ammutoliscono un impaurito Vicente Calderon: al 81’ l’argentino si propone, salta un uomo e lascia partire una saetta che Courtois respinge con elasticità, sventando il pericolo. Il finale è la fotografia dei 90’: pressing e fiato sospeso nelle due aree di rigori, testimoni di tante lotte ed apparenti brividi che si concludono con un nulla di fatto e il fischio finale, dopo tre di recupero, del direttore di gara Lahoz.
Barcellona e Atletico sono in testa e vogliono restarci, con il terzo incomodo Real pronto ad insediarsi a -3 già da domani. Oggi, però, il Vicente Calderon va oltre un semplice 0-0 e testimonia la voglia immensa di un Atletico indomabile di restare tra le prime ed estendere già da questa stagione la gamma di possibilità per la Liga. La prova è arrivata: l’Atletico c’è.