È previsto per le prossime ore il rientro delle coppie di genitori italiani bloccate in Congo da più di due mesi. Con loro non ci saranno però i bambini congolesi, ad oggi regolarmente adottati, ma privi del visto di uscita dal Paese.
“Non sono state riscontrate irregolarità, ma le autorità congolesi non vogliono più subire pressioni” riferiscono gli enti addetti al caso. Il governo congolese ha infatti sospeso ogni adozione internazionale, in vista del riesame delle procedure di adozione. Così, le 26 coppie presenti sul suolo congolese sono state costrette a fare i bagagli e tornare in patria prima che scadano i visti sui passaporti; al contrario, i 32 bambini in attesa di una nuova vita in Italia dovranno attendere lo sblocco delle trattative in Congo, ospitati presso gli orfanotrofi dove vivevano o dalla casa famiglia di una onlus presente sul posto.
“Non è una resa, ma la volontà di lasciare lavorare in tranquillità le autorità congolesi affinché si arrivi ad una conclusione positiva dell’intera vicenda“, spiegano le associazioni Enzo B. e I cinque Pani, che seguono la vicenda. “In tempi ragionevoli e per primi saranno esaminati i dossier italiani, già regolarmente depositati” continuano, riportando quanto affermato dalle autorità locali al premier italiani Enrico Letta a Natale.
I tempi non sono certi, ma l’unica sicurezza è che si potrebbe andare per le lunghe. Cosa che però i genitori italiani non possono permettersi né da un punto di vista legale, con i visti in scadenza che hanno costretto parte di loro a tornare in Italia, né da un punto di vista economico: è per questo che le associazioni Enzo B. e I Cinque Pani hanno lanciato una sottoscrizione per aiutare economicamente sei famiglie che invece hanno potuto prolungare il proprio soggiorno in Congo.
I dati raccolti risalgono al 7 gennaio e sono positivi: hanno risposto alla sottoscrizione diversi donatori, per un totale di oltre 5.000 euro raccolti. La somma potrà quindi essere divisa tra beni di prima necessità e contributo per le spese di vitto ed alloggio delle famiglie.
Nel frattempo le trattative continuano: l’ambasciata italiana a Kinshasa continua a lavorare duramente e presto una delegazione congolese verrà accolta in Italia, mentre anche il delegato per le relazioni estere dell’Unione europea ha reso noto di seguire la questione “con attenzione”.
L’importante è che in Congo non si decida di proseguire per la prima linea presa in considerazione, ovvero quella di bloccare le adozioni fino al settembre 2014.
[Foto: Ansa]