Non c’è pace per la Nocerina. La società campana, dopo la partita-farsa di Salerno e le conseguenze negative a livello mediatico e (probabilmente) giuridico, è coinvolta ancora una volta in vicende spiacevoli, che affossano sempre più il morale della città intera e la reputazione del glorioso club di Legapro. Giovanni Citarella, ex Presidente (al suo posto c’è Gino Benevento) e ora Amministratore Unico della società, è stato arrestato nella mattinata di oggi dalla Guardia di Finanza. Insieme a lui sono finiti in manette anche il fratello Christian e il cognato di quest’ultimo, Alfonso Faiella.
Le accuse, a vario titolo, sono di “associazione a delinquere finalizzata all’emissione di fatture false e alla fittizia intestazione di beni“. In particolare, dalle indagini ancora in corso risulterebbero pagamenti in nero di stipendi a molti calciatori e dipendenti della società, allenatori compresi. Gli inquirenti hanno poi sequestrato il 42% dei capitali della società, oltre a beni mobili e immobili di grande valore. Le indagini, secondo quanto riferito nella conferenza stampa di stamattina al comando provinciale della GDF di Salerno (alla quale erano presenti i massimi esponenti salernitani dell’arma, oltre al procuratore della Repubblica di Nocera Gianfranco Izzo e il pm Lenza), riguardano il periodo che va dal 2008 al 2012, e sono iniziate nel momento in cui un calciatore rossonero, Roberto Magliocco, denunciò lo smarrimento di alcuni assegni emessi dalla società, per un totale di 55 mila euro. Il pagamento in nero degli stipendi veniva effettuato, secondo le ricostruzioni fatte, mediante società fittizie create per evadere il fisco, e intestate a prestanome spesso nullatenenti: in totale i soggetti indagati per l’intestazione fittizia dei beni sono e per le varie frodi tributarie sono 136.
I PRECEDENTI DI CITARELLA
Non è la prima volta in cui l’ex Presidente rossonero finisce al centro delle attenzioni delle autorità. Suo padre era accusato di essere uno dei referenti della Nuova Famiglia di Carmine Alfieri, potente boss della camorra. Lui, dopo aver ereditato l’azienda di calcestruzzi in passato è stato condannato a 5 anni per concorso in tentato omicidio, e più volte indagato in inchieste relative ad appalti truccati (l’ultima, in ordine di tempo, è quella denominata “Due torri”, in cui ha patteggiato una condanna a 3 anni).
La notizia è giunta in un momento in cui a Nocera Inferiore si aspettano con grande impazienza le decisioni della Commissione disciplinare del 21 gennaio, che molto probabilmente porteranno a pesanti sanzioni per la società. Questa nuova bufera rende ancora più difficile concentrarsi sull’aspetto calcistico, e la partita di domenica con il Viareggio è solo l’ultimo dei pensieri, in un momento in cui la Nocerina rischia davvero di sparire dal calcio che conta.