A Milano il cambiamento è arrivato a fine agosto con la compagnia Car2go, del gruppo Daimler, che ha messo a disposizione 300 Smart a 29 centesimi al minuto. I vertici aziendali si aspettavano 30000 utenti in sei mesi, invece sono diventati tanti nel solo primo mese di servizio e oggi hanno raggiunto addirittura quota 60000. Numeri che hanno portato le vetture disponibili prima a 600 e poi a 800. Per l’Italia si tratta di dati strabilianti, che dimostrano che gli abitanti del Belpaese non sono affatto arretrati e sono al contrario pronti a rivoluzionare il loro concetto di mobilità.
Una premessa per entrare in tema è d’obbligo. Il car sharing è un sistema di noleggio a breve termine che si basa su una tariffazione a minuti, dal prelievo al rilascio della macchina. I milanesi sono entrati in questo sistema ad agosto: ci si iscrive al noleggio, con una card si aprono le macchine sparse in città e rintracciabili con un’app per smartphone, si viaggia fino alla propria destinazione e il noleggio si può concludere in qualunque posto, senza restrizioni. Alla chiusura la macchina tornerà disponibile per altri utenti, che la preleveranno proprio dove l’ha lasciata l’utilizzatore precedente. Tempi netti, comodità e tariffe convenienti; in pratica una specie di taxi che però costa un decimo delle classiche auto bianche.
Nel capoluogo lombardo si è verificata una mini rivoluzione del trasporto e delle tratte di spostamento orbitanti nell’area metropolitana. Se prima infatti molti pendolari si spostavano solo in macchina, ora rinunciano alle vetture fino ai confini di Milano e utilizzano le macchine condivise al suo interno. I milanesi sempre in movimento stanno invece sperimentando una valida alternativa alle automobili di proprietà: negli ultimi mesi si muovono di più con i mezzi pubblici, sicuri che in caso di ritardo o stanchezza potranno utilizzare il car sharing.
Molto soddisfatto è l’assessore ai trasporti e alla mobilità Pierfrancesco Maran, che porta anche alla luce uno dei dati più sorprendenti delle auto condivise: in pratica per ogni auto del car sharing messa in circolazione, dodici automobili private rimangono in garage. Quest’ultimo dato è proprio rivolto a tutti quelli che erano perplessi al lancio della nuova pratica di mobilità urbana, in quanto le auto in condivisione di Milano non erano elettriche ma a benzina. In pratica il cambiamento non consiste in macchine più ecologiche ma in meno macchine sulle strade della città.
E in Lombardia il cambiamento non sembra essersi limitato alla metropoli, poiché si estende a macchia d’olio alle cittadine dell’hinterland visto che Trenord (gestore delle ferrovie regionali), con il suo car sharing E-Vai! ha favorito il viaggio in treno con scambio di macchina condivisa (stavolta elettrica), anche in piccoli gruppi con la forma del car pooling, ossia una macchina piena che svolge sempre lo stesso percorso e viene utilizzata sempre dagli stessi passeggeri.
Ma non c’è solo Car2go a Milano. A dicembre è arrivato Enjoy, car sharing con una flotta da 600 tra Fiat 500 e 500L alla tariffa di 25 centesimi al minuto. E non è finita qui, perché negli ultimi giorni prima della chiusura della gara d’appalto sono arrivate altre due buste: una della BMW e un’altra anonima. Tutti questi servizi di car sharing privati si aggiungeranno al capostipite GuidaMi, che fa capo all’azienda di trasporto pubblico e vanta una flotta di 160 mezzi.
La mobilità sta dunque avendo una piccola rivoluzione a Milano, con un fenomeno che presto verrà esportato, visto che in tempi brevi è previsto l’arrivo a Roma di Car2go e a Torino di Enjoy. Milano è già diventata la città con più auto a noleggio pro capite in Europa e a Giugno dovrebbe anche diventare quella con la flotta più numerosa, davanti a Monaco, Berlino e Parigi.
Chissà se l’Italia in questo caso potrà costituire un esempio per il resto del mondo o se invece, con un numero sempre crescente di auto a disposizione, il car sharing non rischierà di aggravare il problema del traffico nel capoluogo lombardo.
[Foto credits: Chip Somodevilla/Getty Images]