Cosa c’é di più efficace di un’ orchestra per rappresentare figurativamente un’azienda? Niente di nuovo, certo.
Lo hanno già fatto in tanti, dapprima anche col jazz.
Da una parte il rigore, dall’altra l’improvvisazione. Spartito contro Intesa. Programmazione contro gestione in tempo reale. Una non esclude l’altra, sebbene i due esempi erano sempre all’antitesi.
Difficilmente abbiamo visto la musica classica “sclassicheggiare” o il jazz “rientrare nei ranghi“.
Il primo di gennaio verso le 14:00 invece abbiamo assistito, in uno scenario che é la rappresentazione massima del rigore e della formalità, ovvero il concerto di Capodanno in diretta da Vienna, ad una vera e propria rivoluzione ad opera di un piccolo grande genio come Daniel Baremboim a cui é stata affidata la direzione dei Wiener, l’orchestra di Vienna.
Guardando il video dell’esecuzione dell’ultimo brano del Concerto (come da tradizione, la Marcia di Radetzki), ci sono ben tre similitudini ad approcci manageriali.
Dopo aver diretto tutto il concerto a memoria, senza mai affidarsi allo spartito, il direttore abbandona la conduzione e la affida ai singoli maestri d’orchestra. É arrivato il loro momento. Nonostante la mondovisione e la grande responsabilità, lui si fida e lascia a loro uno spazio personale.
Ma non abbandona il campo. Rimane sul palco e approfitta di quel momento per fare un gesto non solo di grande motivazione, ma anche di riconoscimento del valore di ognuno dei suoi collaboratori. Creando una grande confusione generale, passa fra le fila di ogni strumento e stringe la mano a tutti gli orchestrali, uno per uno. La telecamera é costretta ad inquadrarli singolarmente. In questa fase, li interrompe per farsi stringere la mano, crea disordine fra le fila, li costringe ad alzarsi, a spostarsi, a gestire la criticità.
Il pubblico, o i clienti, come li volete chiamare, sono coinvolti in quel processo. I papillon metaforicamente saltano, le signore si scompongono. I battiti delle mani che accompagnano da sempre la marcia si fanno più calorosi e si fanno sentire come per ringraziare quel gesto che in qualche modo ha avvicinato spettatori e orchestra.
E qui Baremboim ne combina un’altra. Spalle all’orchestra, inizia a dirigere il pubblico. Lo zittisce nel momento più alto, lo incita e scioglie le briglie, dopo. Guida, orienta, scompone e compone.
A mio parere questo video potrebbe rappresentare una di quelle pietre miliari della formazione.
In pochi minuti ci sono davvero mille stimoli.
Ma nessun “coach”, al momento, se n’è ancora accorto.