Facebook viola la privacy degli utenti iscritti al social network e spia i messaggi di posta privata degli utenti, è questa l’accusa rivolta a Mark Zuckerberg dalla “Corte federale degli Stati Uniti d’America” per quanto riguarda il distretto di Northern in California. La causa è stata intentata da due utenti iscritti alla community, Matthew Campbell e Michael Hurley, che si sono fatti portavoce di migliaia di utenti di Facebook negli USA che hanno ricevuto messaggi privati di posta, a fine commerciale, direttamente dal social network. Lo “spionaggio” riguarderebbe principalmente il servizio integrato di posta elettronica e messaggistica istantanea, attivo dal 2010, che unisce le funzionalità di e-mail, chat ed sms. Facebook, secondo quanto riportato dall’accusa, sfrutterebbe proprio queste risorse a scopo di lucro.
Si dice che Facebook abbia violato l’“Electronic Communications Privacy Act” e le “leggi sulla privacy” della California, provocando l’insurrezione di numerosi iscritti. Secondo quanto riportato dal “Financial Times” i messaggi privati sul social network vengono intercettati sistematicamente dal gruppo per capire quali sono i gusti e le abitudini degli utenti. Lo scopo principale non sarebbe quello di migliorarne le potenzialità di condivisione ma una vera e propria profilazione degli utenti e delle loro abitudini per fini pubblicitari, un business da milioni di dollari che ha coinvolto anche alcune aziende di fama internazionale.
L’impresa svizzera HTB, “High-Tech Bridge”, avrebbe ad esempio, nel 2013, monitorato cinquanta dei maggiori social network e servizi Web tramite gli Url dei messaggi privati; non si tratta comunque di un caso isolato, anche Google è stata accusata di accedere ai contenuti della posta elettronica di chi possiede un account su “Gmail”. È stata la stessa impresa di Mountain View ad ammettere pubblicamente la violazione: “L’analisi automatica dei messaggi di posta elettronica esiste ma solo allo scopo di aumentare la sicurezza degli utenti evitando spam e fornendo servizi meravigliosi, come la casella di posta prioritaria”.
Attraverso un comunicato sulla sua pagine ufficiale, il social network di Mark Zuckerberg ha ovviamente respinto ogni tipo di denuncia, ritenendo le accuse assolutamente “senza valore”: “Solo il mittente ed il destinatario saranno al corrente del contenuto dei messaggi privati, ad esclusione di qualsiasi altra parte, tra cui Facebook”. Non resta da far altro che attendere la sentenza definitiva della “Corte Federale” californiana per scoprire se davvero Mark Zuckerberg “spia” gli iscritti al suo social network.