Evander Holyfield campione del mondo dei pesi massimi nel 1990 è noto anche a tutti coloro che non seguono la boxe per il famoso incontro con Mike Tayson del 1997 che, alla terza ripresa, in piena trance agonistica, compì un gesto davvero clamoroso mordendo l’orecchio di Holyfield fino a farlo sanguinare e ripetè la cosa più volte fino a subire la squalifica da parte dell’arbitro con conseguente vittoria del match per il suo avversario.
Holyfield, che all’età di cinquantuno anni non ha ancora deciso di appendere i guantoni al chiodo, attualmente partecipa come concorrente al “Grande Fratello” made in USA e, pochi giorni fa, si è reso protagonista non per le gesta sul ring ma per una dichiarazione davvero poco “elegante”: “Gli omesessuali sono malati, andrebbero curati, lo dice anche la Bibbia. L’omossesualità non va dichiarata perchè non è una cosa buona ma è una malattia che va curata, se tu nasci con un difetto ad una gamba vai dal medico e ti curi”.
Non si tratta però di un caso isolato e l’omofobia nel mondo dello sport è davvero molto diffusa. Esistono tanti altri esempi di celebri atleti che si sono espressi in modo certamente non lusinghiero nei confronti di chi ha un orientamento sessuale diverso dal loro. Chris Gulliver, campione del football americano, al termine del “Super Bowl” del 2013 ha dichiarato: “Non credo ci sia spazio per i gay nello spogliatoio, noi non abbiamo omosessuali nella nostra squadra e se ci fossero li dovremmo cacciare”.
Anche Yelena Isibayeva, simbolo del salto con l’asta ai “Mondiali di atletica” di Mosca, ha espresso la sua discriminazione verso le “diversità sessuali”: “Sono favorevole alle leggi sui gay. Noi russi siamo normali, i ragazzi con le donne e le ragazze con gli uomini. Rispettate le nostre leggi”, salvo poi fare una rapida retromarcia dando la colpa alla sua mancata capacità di esprimersi correttamente in inglese. Certamente meno grave è invece il caso di Antonio Cassano che, senza malizia ma sicuramente con poca attenzione, si è lasciato andare a commenti poco rispettosi durante una conferenza stampa a Coverciano: “Gay in Nazionale? Sono problemi loro”.
In occasione della “Giornata Mondiale per i diritti umani”, lo scorso 10 dicembre, l’Alto commissario dell’Onu, ha organizzato a New York un incontro a favore del ripetto e della tolleranza nel mondo dello sport sia a livello sessuale che razziale. Tra i partecipanti alla manifestazione Martina Nortatilova, ex tennista cecoslovacca, ha voluto portare la sua esperienza da atleta che ha fatto “coming out”: “Come attivista è bello vedere l’Onu riconoscere la nostra battaglia”. Protagonista anche Jason Collins, giocatore omosessuale dei Washington Wizards, che in occasione del suo “coming out” aveva ricevuto un incoraggiamento da parte del “Presidente americano” Barack Obama, ha dichiarato:“L’Nba sta facendo un grande lavoro per cambiare la cultura dello sport sull’orientamento sessuale”.