Regionali in Sardegna, il Movimento 5 stelle potrebbe non partecipare

Poche ore per decidere se il Movimento 5 stelle parteciperà alle prossime elezioni regionali in Sardegna. La Befana, infatti, oltre alle feste, potrebbe portar via anche le ultime speranze, almeno in Sardegna, di chi confida nella rivoluzione pacifica del movimento pentastellato. Oggi scade il tempo a disposizione per depositare il simbolo. E ancora non c’è l’accordo, o meglio, il via libera ufficiale da parte dello staff nazionale di Grillo e Casaleggio. E così il Movimento 5 Stelle, di ora in ora diventa più certo, non parteciperà alle elezioni regionali in Sardegna.

Per il voto del 16 febbraio è ancora tutto il alto mare. Il motivo alla base di questa impasse sono le divisioni fratricide in due gruppi che si sono rinforzate di riunione in riunione. Beghe locali, dunque, da partito nell’accezione negativa del termine, in netto contrasto con la natura stessa del movimento.

Il Grillo stavolta non è parlante, come è sua abitudine. Nessun post sul blog, nessun comunicato. Ma un fitto giro di telefonate tra attivisti ed esponenti del M5S è ancora adesso in corso. La diplomazia dei parlamentari a 5 Stelle sta tentando una mediazione dell’ultim’ora.

Nella riunione tenutasi a Riola Sardo i militanti a 5 stelle hanno trovato l’accordo. Si sono confrontati i due gruppi rivali: quelli di Tramatza e quelli del meetup di Olbia, i cui scontri in questi mesi avrebbero avuto un peso determinante nella decisione del capo supremo di negare l’uso del simbolo. Sarebbe stata stilata una lista unitaria di candidati e si sono individuati due nomi per la carica di governatore, uno per parte: l’algherese Alessandro Polese e il sassarese Ettore Licheri.

Una delegazione è partita già per Milano per incontrare Grillo, al quale verrà consegnata la lista unitaria. A lui il compito di designare tra i due candidati chi correrà per la carica di governatore. In caso contrario, ipotesi molto probabile, la scelta potrebbe avvenire, addirittura, attraverso un sorteggio.

La vicenda sta sfiorando il ridicolo, se ne è reso conto lo stesso Grillo, per cui c’è molta sfiducia circa l’esito positivo della spedizione. Il Movimento alle ultime elezioni politiche era diventato, d’un solo balzo, la prima forza politica dell’isola, raggiungendo il 30% dei voti . Un esordio di belle speranze con l’obiettivo regionale, che si è infranto sulla litigiosità. A destra e a sinistra, hanno tirato un bel sospiro di sollievo.

Da due giorni, poi, alcuni attivisti sono in sciopero della fame per convincere Grillo. Si definiscono “un gruppo di cittadini sardi, partecipi della Rivoluzione Democratica Nonviolenta avviata dal MoVimento, che vuole a tutti i costi che la Rivoluzione faccia il suo corso pure in Sardegna“. I sei, supportati anche dalle onorevoli Emanuela Corda e Manuela Serra chiedono a Grillo “di consentire l’uso del simbolo per le imminenti elezioni Regionali e di consentire libere elezioni, tra gli iscritti certificati, per selezionare democraticamente i candidati da inserire nella lista“.

Un problema che capita nel momento peggiore per M5S, sempre più incalzato da Renzi. Assodato che la presenza del M5S sia utile ai fini del controllo e vigilanza, questa vicenda rischia di confermare il sospetto che il movimento non sia in grado di costruire un progetto al di là delle realtà locali. Il tempo per dimostrarlo è quasi terminato.

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