Italiani in Premier: sfortuna cieca o talento falso?

Inghilterra, terra promessa del calcio. Controindicazioni: vietato pensarlo se la provenienza è la Serie A. L’Italia è sempre più uno specchietto per le allodole per talenti impreparati in vista di esperienze inglesi fallimentari. Per conferma chiedere ai tanti emigrati dal massimo campionato italiano già in lacrime dopo avvii disastrosi utili più a vivere nel freddo inglese che su un campo di calcio, questo sconosciuto.

Stevan Jovetic, partito da Firenze, è giunto a Manchester, sponda City, per la bellezza di 26 milioni di euro (che per il nostro sceicco dei citizens sono facilmente paragonabili ai prestiti con diritto di riscatto del Milan) e tante belle aspettative. Ovviamente non rispettate. Jovetic è disperso, ci chiediamo se ricordi ancora di che forma è fatto un pallone da calcio. Ed anche i suoi fan tra la tifoseria di Manchester (commoventi) sono alla ricerca di Jo-Jo. #WheresJovetic è l’hashtag che sta spopolando su twitter, pronto a pizzicare mister “ricci d’oro” trasferitosi in Inghilterra con un bell’abbonamento in tribuna vip e infermeria. Tutto gratis, anzi. Pagato. Insomma, l’addio da Firenze non è stato così male in fondo. Ma dove è finito Jovetic vogliamo saperlo anche noi. Gli inglesi suggeriscono: è diventato un wrestler o attore nel cast di Pulp Fiction. Le ipotesi circolano spassosamente, non è escluso un coinvolgimento dei R.I.S. E se avesse passato “Una notte da leoni” con Alan, Doug, Stu, Phil e il combina-guai Chow ed ora fosse introvabile?

Indagheremo, il mondo è immenso ma il primo indizio ci arriva per esclusione: non cercate su un campo di calcio, perdete il vostro tempo. E già che ci siete, cercate anche Erik Lamela. Potrebbe aver organizzato una gita italiana nostalgica col collega Jovetic.1557225_10203027328790414_1867595001_o

Pagato meno (15 milioni, però, non son noccioline) e prestato al campo più spesso: l’avventura di Pablo Osvaldo al Southampton è andata diversamente ma non così bene come può sembrare. Perché se Pellegrini, perso Jovetic, dispone di Aguero, Negredo, Jesus Navas ed altri mille giocatori (ma non Jovetic!), Pochettino ha Osvaldo e se lo tiene stretto. Almeno fino a quando la pazienza non raggiunge un limite e l’ex allenatore dell’Espanyol pensa che in fondo si può fare anche a meno del gemello di Jack Sparrow. Ammesso che non sia stato proprio lui a far da controfigura a Johnny Depp. Osvaldo scalpita, vuole entrare in campo e dopo l’ennesima panchina contro il Newcastle approfitta di un parapiglia per entrare in campo a far baldoria, come un vero pirata dei Caraibi. Risultato? 3 giornate di squalifica. L’addio è vicino, le valigie son pronte e l’alibi per Pochettino finisce. “Penalizzati perché siam troppo giovani e belli”. Modestia a parte, l’Inter sta per risolvere il problema del mister. Sempre che non sia qualche altro play-boy all’interno dei Saints. Noi consigliamo Yoshida, che quanto a fascino potrebbe lasciar di stucco molte ragazze. Ci uniamo ai citizens e twittiamo: #Wheresbeautiful

A proposito di quindici milioni di euro: lo sapevate che tanta è la cifra che ha portato nella patria del bel calcio Libor Kozak (Aston Villa) e Emanuele Giaccherini (Sunderland)? Volete sapere come è andata? Sì, perché per Kozak è “andata”. Quattordici gare, appena quattro gol, il sapore della panchina e della solita infermeria. Frattura della gamba e tanti saluti alla Premier: ci rivediamo a giugno. L’ex Juve lotta, si impegna. Insomma, sono ultimi in classifica. In fondo è meglio investire sette milioni e mezzo per l’ultima scelta della Juve che creare una squadra vera, no?

Ma non è tutto. C’è Emiliano Viviano che per il gusto di giocare nell’Arsenal non vede più le partite neanche da casa. 28 anni e salto di qualità fallito: c’era davvero bisogno? Ma non possiamo certo dimenticare, giusto per allontanarci dall’attualità, del magico passo in avanti mancato da Davide Santon al Newcastle dopo la promettente avventura con l’Inter, che in Inghilterra ci mandò anche un certo Mario Balotelli (ma per oggi risparmiamo SuperMario), o della (non) gloriosa chiusura al Liverpool del portiere Doni. C’è il City che di flop dall’Italia non ne ha presi mica pochi. No, non parliamo di Balotelli. Promesso. Perché non rispolverare i 13 milioni spesi per Rolando Bianchi o gli 8 per Bojinov? Per non parlare dell’utilissimo acquisto di Bernardo Corradi, che contribuì con prestazioni gigantesche ai risultati (splendidamente disastrosi) del City: indimenticabili i tre gol in più di venti partite. Numeri da bomber vero, di razza.

Ultimi, e non per ordine di importanza, gli investimenti del mitico Abramovich, che dopo aver regalato la pensione a Crespo, ha deciso di spendere 46 milioni e rotti per un corso di inglese all’amico Shevchenko, che occasionalmente decideva di dare il suo contributo anche alla sua bella squadra di Stamford Bridge, il Chelsea. Sì, perché si trattava di semplici favori tra amici, vero? Noi ancora non crediamo alla storia che narra di inaspettati problemi sotto porta di un giocatore che dopo aver devastato a suon di reti la porta di San Siro, ha realizzato nove gol in cinquanta partite circa con i blues. No, non ci crediamo. E non ci crederemo mai.

Premier League, attenta all’italiano: ma siam davvero così scarsi?

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