Chissà se quel 9 gennaio del 1900 i nove atleti romani guidati dal sottoufficiale dei Bersaglieri Luigi Bigiarelli pensavano che la loro “creatura”, che chiamarono Società Podistica Lazio,sarebbe durata tanto, di sicuro non avrebbero mai immaginato che la squadra fondata da loro avrebbe scritto pagine importanti della storia del calcio italiano ed europeo.
Per i tifosi biancocelesti quel giorno cade una ricorrenza qualunque: il vanto e l’orgoglio di essere la prima società della capitale è da sempre, infatti, l’argomento di rivalsa principale nei confronti dei cugini giallorossi della Roma.
Ma quest’anno saranno ben pochi i motivi per festeggiare, anzi a Formello non mancano i motivi per trascorrere un compleanno amaro. Due su tutti: la situazione sportiva della squadra, attualmente decima in classifica e lontana da ogni possibile aspirazione europea, e il paradosso dei tifosi che, a oltre un mese di distanza, sono ancora in stato di arresto in Polonia.
Per quanto riguarda l’andamento tecnico della squadra è notizia ufficiale di oggi il sollevamento dal suo incarico da parte di Vladimir Petkovic, che sarà rimpiazzato da quello che è stato anche il suo predecessore, Edy Reja. Un avvicendamento che non è stato dei più agevoli, con l’ostinata resistenza da parte del serbo, dettata più che altro dalla volontà di percepire quanto gli spetta da qui a giugno. La società, che da subito si è orientata a rimuovere l’allenatore dall’incarico senza versare un euro, lo ha poi licenziato per giusta causa, adducendo la motivazione del contratto firmato a partire dal primo luglio 2014 con la federazione svizzera.
Nonostante ciò, l’aspetto sportivo passa in secondo piano di fronte all’assurda vicenda che sta interessando i sei tifosi biancocelesti ancora in carcere a Varsavia, a seguito dei tafferugli scoppiati nell’immediata vigilia della partita di Europa League contro il Legia Varsavia. Quel 28 novembre furono 150 i tifosi fermati preventivamente per aver lanciato pietre e bottiglie contro le forze dell’ordine. Quelli messi in stato di arresto furono in tutto 22: da allora è cominciata una vera e propria odissea, con processi sommari, capi di accusa a dir poco assurdi (su tutti l’ostacolo dell’uso del marciapiede ad altri pedoni) e la mancanza di una vera volontà, da parte delle autorità locali, di trovare una soluzione. A nulla sono valsi gli interventi delle massime autorità governative (si è mosso in prima persona anche il presidente del consiglio Enrico Letta).
Tra tira e molla, con il ministro degli esteri Emma Bonino sempre in prima fila, e la scarcerazione di alcuni tra i tifosi, sono ancora 6 i supporters biancocelesti in mano alle autorità polacche, che hanno diversificato le varie situazioni a seconda della gravità del reato commesso. Ed è per rispetto loro, in nome di quella che viene considerata la grande famiglia biancoceleste, che il presidente Claudio Lotito ha deciso che non verranno effettuate celebrazioni per il 114° compleanno della società. L’unica eccezione, anch’essa comunque fatta in ragione delle circostanze di disagio menzionate, sarà fatta patrocinando la mostra “9 ragazzi 1 sogno dal 1900”, promossa dalla Fondazione Gabriele Sandri, dal Centro Studi Nove Gennaio 1900 e da LazioWiki, in programma nei giorni 8 e 9 gennaio in Piazza della Libertà.
Un modo, dunque, quello pensato dalla società per far sentire la propria vicinanza ai suoi tifosi, vittime di una situazione paradossale in un continente, quello europeo, che non può puntare all’unità politica fino a che continueranno queste disuguaglianze di trattamento. Allora buon compleanno Lazio, nella speranza che il prossimo compleanno possa essere festeggiato come si deve per una società che ha fatto la storia del nostro sport.