Se il buongiorno si vede dal mattino quest’anno dovrebbe già essere da dimenticare. Il primo gennaio è stato accompagnato dai rincari di benzina, autostrade e distributori automatici, mentre ieri è stato il giorno delle dichiarazioni di sciopero.
Stando infatti ai proclami delle sigle sindacali giunti in queste ore, gli unici trasporti a funzionare bene dovrebbero essere quelli infernali, sperando che Caronte non interrompa il servizio. E i viaggiatori di questo mondo avranno occasione di sentirsi all’inferno quando l’8 gennaio incorreranno negli scioperi dell’Enav in tutti gli aeroporti del nostro paese.
Dalle 13 alle 17 saranno assicurati solo i voli di EasyJet e interromperanno il servizio i dipendenti delle altre compagnie associati alla sigla Anpcat.
EasyJet si salverà solo per poco visto che sabato 18 Avia ha proclamato l’astensione dal lavoro del personale viaggiante in cabina della compagnia. Lo sciopero è previsto dalle 12 alle 16 e sarà accompagnato da quello dei lavoratori SEA e SEA handling Aeroporti di Milano aderenti alla sigla Cub. Gli stessi dipendenti Sea scioperano anche il 9 gennaio dalle 10 alle 14.
Il 24 sarà invece il turno dei trasporti pubblici che fermeranno i loro mezzi su iniziativa di Usb. Come al solito le modalità dello sciopero saranno definite dalle singole aziende e saranno garantite fasce di sicurezza con trasporto regolare.
Non saranno però solo queste le date calde visto che si susseguono comunicati di minaccia ai gestori delle aziende di trasporto in caso esse decidano di non rinnovare i contratti ai propri dipendenti. Un semplice esempio è quello che riguarda l’Atm di Milano, i cui lavoratori continuano a svolgere le proprie mansioni con vincoli contrattuali che non vengono aggiornati da ormai 7 anni.
Non solo trasporti fermi in questo mese visto che il 7 sciopereranno i lavoratori di Telecom che salteranno l’ultima ora di turno nel settore customer caring e nella sede romana si fermeranno due ore prima e non effettueranno i turni di straordinario.
Un 2014 che parte con le avvisaglie di un vero e proprio terremoto in area lavoro se le cose non cambieranno presto in meglio.