C’era una volta una squadra capace di far sognare i propri tifosi in Italia e in Europa: anni di successi con 2 scudetti, 10 finali in 11 stagioni, campioni di livello assoluto ad onorare la gloriosa maglia della Fortitudo Bologna. D’un tratto, la rovina: la Fossa dei Leoni, storica tifoseria della compagine bianco-blu, che passa dalla goliardica festa per il fallimento della rivale cittadina, la Virtus, all’incubo della radiazione: sogni infranti, desolazione sportiva assoluta. Adesso le acque sono tornate calme e finalmente la Basket City bianco-blu torna a sognare.
Una vicenda come tante altre nello sport italiano, fatta di presidenti improvvisati, capaci di cancellare in pochissimo tempo quanto costruito con fatica e tenacia. Per la Fortitudo è stato un periodo interminabile: la retrocessione sul campo nel 2009 aveva segnato uno dei punti più bassi, dal punto di vista sportivo, dell’Aquila, il simbolo della squadra; nulla a confronto con quanto successo negli anni successivi.
Sullo sfondo di una simile sciagura sportiva e dirigenziale si stagliano due figure, artefici, con le rispettive responsabilità, del caos creatosi intorno alla storica Effe. Da una parte Sacrati, il presidente della caduta fortitudina, un nome ormai divenuto impronunciabile al PalaDozza. Dall’altra Romagnoli, che dopo la radiazione del 2012 si era fatto portavoce del movimento che voleva riportare in alto la squadra, trovando da subito, però, i dissapori della Fossa dei Leoni. La ferita di una gestione che aveva portato alla cancellazione della squadra era ancora sanguinante e le voci di simpatie del nuovo presidente per la Virtus divennero ulteriore propellente per incendiare l’ambiente.
Anni bui, continui cambi di denominazione, farsesche partecipazioni ai campionati, cessione e acquisti di titoli sportivi: una società divisa, un tifo che non si riconosceva nella nuova realtà sportiva. Un lungo periodo di scarso interesse cestistico, durato fino alla scorsa estate, quando ponendo fine alle brevi fasi transitorie, prive di stabilità, è stata creata la Fortitudo Pallacanestro Bologna 103, con presidente Dante Anconetani, rappresentante dei fondatori, Orgoglio Fortitudo e Fortitudo 2011.
Questioni societarie a parte, la Fortitudo è tornata a far parlare di se nel mondo del basket, lontano dai tribunali e aste fallimentari: riparte dalla Divisione Nazionale B, per intenderci la quarta serie della pallacanestro italiana. Non ci sono più i campioni che hanno reso celebre questa maglia, giocatori del calibro di Myers, Fucka, Basile, Pozzecco. Adesso la Fossa dei Leoni è tornata a ruggire per giovani di belle speranze come Seravalli, Bartolozzi e Pederzini e per i più “esperti” De Min, Venturelli e Caroldi.
Agli ordini di coach Tinti, la squadra è attualmente seconda nel proprio campionato dietro la Derthona Tortona. Il PalaDozza è tornato a colorarsi delle splendide coreografie della curva, un palcoscenico ed un pubblico che meritano altri livelli. L’Aquila ha spiccato di nuovo il volo, 4500 tifosi pronti alla grande sfida, il cammino verso la Serie A sarà lungo e periglioso, ma la Fortitudo, quella vera, conosce la strada: per aspera ad astra.