Fiat conclude l’acquisizione del pacchetto azionario di Chrysler

Fiat conquista la Chrysler. Entro il 20 gennaio, la casa automobilistica torinese acquisterà dal fondo Veba la partecipazione del 41,5% arrivando, così, alla totalità del pacchetto azionario dell’azienda di Auburn Hills. Il valore dell’operazione, 3,65 miliardi di dollari, sarà coperto attraverso l’esborso di 1,75 miliardi in contanti e 1,9 miliardi come dividendo straordinario. Senza, dunque, un aumento di capitale, come hanno evidenziato dal Lingotto.

Dopo 3 anni e mezzo di “fidanzamento”, nel momento forse più difficile da un punto di vista del mercato globale dell’auto, la Fiat riesce a portare all’altare una delle aziende automobilistiche più importanti del mondo. E il Tricolore sventolerà a pieno titolo sull’Headquarters a Detroit. “Ora siamo un costruttore globale” commenta il numero uno di Fiat, Sergio Marchionne. “Aspetto questo giorno dal 2009”, gli fa eco il presidente, John Elkann.

Ed effettivamente ciò che era stata derubricata come una “idea folle”, entro il prossimo 20 gennaio dovrà necessariamente essere definita come una “idea vincente”. La scalata alla Chrysler è iniziata nel giugno 2009, la società automobilisti di Detroit era sull’orlo del fallimento, con una quota del 20% acquistata gratis dalla Fiat in cambio di tecnologia di avanguardia; un altro 5% è stato acquisito gratis grazie al primo motore Fire omologato Usa nel gennaio 2011; tre mesi più tardi altro 5% sotto il controllo italiano acquisito gratuitamente con 1,5 miliardi di export. Cruciale il mese di maggio 2011, quando Fiat acquista, pagandolo 1,27 miliardi di dollari, il 16% della Chrysler, dopo aver rimborsato ai governi di Usa e Canada il prestito erogato per evitare il fallimento dell’azienda americana, pari a 7,6 miliardi di dollari. Marchionne riesce a portare la Fiat al 53% nel luglio 2011 acquistando per 500 milioni il 6% delle azioni dal governo Usa e l’1,5% – per 125 milioni – da quello canadese; il 2011 si conclude con un ulteriore 5% incassato, questa volta gratis, grazie al motore ecologico, vettura da 16 Km al litro.

Una lunga trattativa è iniziata con Veba, il fondo pensione controllato dal potente sindacato americano Uaw, con continui stop and go. Dal settembre 2012, un braccio di ferro conclusosi il giorno di Capodanno e che evita due spinosi problemi per Fiat. Il primo una lunga diatriba giudiziaria che si stava per aprire dinnanzi alla Corte del Delaware riguardante l’interpretazione del contratto di call option in base al quale Fiat ha esercitato tre tranche di una opzione per l’acquisto della partecipazione controllata da Veba in Chrysler. Il secondo, invece, riguardante le lungaggini connesse a un’Ipo della sola quota Veba che poteva fare anche schizzare in alto le quotazioni del 41,5% in possesso del sindacato a stelle e strisce.

Le modalità di chiusura sono state stabilite dopo una lunga mediazione. Il primo step sarà l’erogazione di un dividendo straordinario da 1,9 miliardi di dollari da parte di Chrysler, che sarà interamente incassato dal Veba, che si vedrà girata anche la quota spettante a Fiat, quindi nessun esborso finanziario da Fiat; successivamente, Fiat verserà agli americani un altro assegno da 1,75 miliardi di dollari, che fissa così il prezzo della vendita a 3,65 miliardi.

Sostanzialmente sono previste altre contribuzioni da parte di Chrysler a Veba per 700 milioni di dollari in quattro quote dello stesso valore pagabili su base annua. Il pagamento della prima rata avverrà in concomitanza con il closing dell’operazione con Fiat. Mentre le tre rimanenti quote saranno versate nei tre anni successivi nel giorno dell’anniversario del pagamento della prima quota. Chrysler provvederà al pagamento della prima quota tramite l’utilizzo di liquidità disponibile. A fronte di tali contribuzioni, Uaw assumerà alcuni impegni finalizzati a sostenere le attività industriali di Chrysler e lo sviluppo dell’alleanza Fiat-Chrysler, tra cui l’impegno ad adoperarsi e collaborare affinché proseguano i programmi di World Class Manufacturing di Fiat-Chrysler.

La fusione definitiva avviene fra due gruppi che hanno conosciuto una dinamica molto diversa in questi anni di forte crisi del settore. La Fiat ha registrato, in particolar modo negli ultimi due anni, un costante e progressivo arretramento di quota di mercato in Italia. La Chrysler, invece, è stata protagonista di una ripresa superiore alle aspettative: prima ha accelerato i tempi del risanamento restituendo al Governo americano il prestito del 2009 e, poi, ha inanellato percentuali di crescita a due cifre che la hanno riportata nella sua posizione storica di terzo produttore automobilistico made in Usa. Grazie alle risorse finanziarie garantite da questa fusione sarà possibile investire sull’Alfa, come assicurato da Marchionne; completare l’investimento a Melfi, nuove linee a Mirafiori e ristrutturazione di Cassino; infine potrà essere preparato il lancio della nuova Giulia per la fine del 2015.

L’acquisto da parte di Fiat del 100% di Chrysler ci permetterà – spiega Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat e presidente di Chrysler – di realizzare pienamente la nostra visione di creare un costruttore di auto globale con un bagaglio di esperienze, punti di vista e competenze unico al mondo. Nella vita di ogni grande organizzazione e delle sue persone ci sono momenti importanti, che finiscono nei libri di storia. L’accordo appena raggiunto con Veba è senza dubbio uno di questi momenti per Fiat e per Chrysler. Sarò per sempre grato al team di leadership per il sostegno e per il loro incessante impegno nel realizzare il progetto di integrazione che oggi assume la sua forma definitiva“. Parole sposate in pieno dal presidente di Fiat, John Elkann. “Aspetto questo giorno sin dal primo momento, sin da quando nel 2009 siamo stati scelti per contribuire alla ricostruzione di Chrysler. Il lavoro, l’impegno e i risultati raggiunti da Chrysler negli ultimi quattro anni e mezzo sono qualcosa di eccezionale”.

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