Antartide, comincia il salvataggio della nave russa

I ghiacci che tengono intrappolata la nave russa Akademik Shokalskiy già da ieri sembravano meno coriacei. E l’ottimismo del capitano Turney che su Twitter ha cinguettato dall’Antartide, non era da sottovalutare. L’evacuazione, che era stata più volte rinviata per il maltempo, ha avuto inizio con il decollo di un elicottero cinese che ha finalmente raggiunto la nave intrappolata ormai da più di una settimana. “L’elicottero cinese è arrivato alla Shokalskiy. Partiamo, al 100%“, ha scritto su Twitter il capo della spedizione.

Il piano prevedeva l’avvicinamento lento ma costante delle due rompighiaccio, ossia quella australiana e quella cinese da cui è partito l’elicottero per prelevare i passeggeri. Per portare in salvo i 52 passeggeri della nave e i 22 membri dell’equipaggio, l’elicottero di soccorso parte dal rompighiaccio cinese ‘Xue Long’, a una decina di miglia nautiche di distanza dalla Akademik Shokalskiy. Ci vorranno almeno cinque voli per portare in salvo tutti, a gruppi di dodici persone per volta. Resta comunque l’incognita delle condizioni meteorologiche. Una volta prelevati, i passeggeri verranno fatti salire a bordo dell’australiana Aurora per poi raggiungere il mare libero dai giganti dell’Antartide.

Il tempo migliora. Domani sembra prospettarsi migliore. Un grande ringraziamento alle rompighiaccio australiana, cinese e francese per tutto il loro duro lavoro!” questo uno degli ultimi tweet del Capitano e professor Turney in diretta dalla nave russa. E a spiegare le tecniche di raggiungimento dell’obiettivo salvataggio c’è il ricercatore italiano dell’Istituto nazionale di astrofisica D’Alessio a bordo dell’Aurora Australis: “Quando non si presentano varchi la rompighiaccio australiana procede frantumando quanto trova di fronte alla prua. Il ghiaccio è spesso oltre 2 metri e non sempre riesce al primo tentativo. Quindi l’andatura è un continuo procedere a singhiozzo con la nave che, di tanto in tanto, torna indietro per darsi lo slancio e frantumare i lastroni ghiacciati più coriacei“.

L’equipaggio della Akademik Shokalskiy, invece, rimarrà a bordo finché i ghiacci non permetteranno alla nave di proseguire verso il mare libero dai ghiacci. L’alternativa potrebbe essere l’arrivo dalla rompighiaccio statunitense Polar Star: indiscutibilmente più potente ma che arriverà non prima di dieci giorni.
Nell’attesa, i naufraghi dei ghiacciai antartici, la notte di Capodanno hanno ricevuto come buon auspicio un collegamento davvero curioso, quello con Times Square: un’intervista da New York nel suo momento più brillante.

Con l’hashtag #spiritofmawson usato dal capitano Turney, si ricorda la sfortunata spedizione di Mawson, sulla cui rotta il viaggio della Akademik Shokalskiy era iniziato. Lo spirito incredibile dell’esploratore è di una tenacia che va oltre l’immaginabile: la spedizione sul Plateau Antartico costò la vita prima a uno e poi all’altro dei due compagni così che Mawson fu costretto a tornare sulla costa in condizioni davvero proibitive e in solitudine e vi arrivò giusto in tempo per vedere la nave abbandonare la calotta. Riuscì a sopravvivere a Cape Denison con le provviste lasciate e fu soccorso e riportato in Australia solo l’anno successivo.

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