Il ministro della Salute Lorenzin si è affidata alle mani di esperti riconosciuti a livello internazionale per risolvere la controversa questione dell’efficacia delle cellule staminali: il presidente del nuovo Comitato è Mauro Ferrari, “figura garante di alto livello, non della materia ma riconosciuto internazionalmente per qualità scientifica” ha puntualizzato il ministero. Presidente dello Houston Methodist Research Institute, vice presidente esecutivo dello Houston Methodist Hospital, professore presso il Weill Cornell Medical College (New York), presidente della Alliance for NanoHealth, Ferrari è conosciuto nell’ambiente per le sue ricerche in ambito oncologico, ma aver guidato il dipartimento di Ingegneria biomedica dell’Università del Texas e l’esperienza accumulata come docente di Terapie sperimentali al Centro oncologico Anderson (il più importante degli Usa) gli hanno fatto valere il titolo di “padre della nanomedicina nel mondo“.
Ferrari sarà affiancato nell’inchiesta da Sally Temple, direttore scientifico del Neural Stem Cell Institute (NY) e Curt R. Freed, capo divisione e professore presso l’University of Colorado (School of Medicine), per quanto riguarda i componenti stranieri del Comitato.
A loro si aggiungono Vania Broccoli, capo unità della Divisione di neuroscienze Stem Cell Research Institute presso l’Ospedale San Raffaele Milano e Francesco Frassoni, direttore del centro cellule staminali e terapia cellulare presso l’Ospedale Giannina Gaslini di Genova.
Infine Carlo Dionisi Vici, specializzato in malattie metaboliche presso il Dipartimento di pediatria dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù Roma ed Antonio Uccelli, operativo presso il Centro per la sclerosi multipla dell’Università di Genova e Neuroimmunologia del Centro di eccellenza per la ricerca biomedica (Cebr), come clinici esperti di terapia cellulare.
Il team è stato scelto seguendo accurati criteri: era necessario infatti che gli esperti nominati non avessero ancora preso posizione sulla questione delle infusioni di staminali, che fossero responsabili di centri o istituzioni dedicate, che fossero in possesso di professionalità “clinica” per poter analizzare adeguatamente i dati di cui entreranno in possesso e, infine, che fossero giudicati idonei in primo luogo dalla comunità scientifica -sono stati infatti valutati anche l’h-index e il c-index, cioè i parametri usati proprio per misurare la qualità di un ricercatore scientifico.
Sarà un duro lavoro quello che aspetta questa nuova squadra: risale solo a ieri l’ultima manifestazione pro Stamina, in cui i genitori di alcuni piccoli pazienti affetti da malattie rare e finora incurabili hanno rilasciato in conferenza stampa dei video in cui si mostrano i presunti progressi dei loro bambini.
Sono quelli che nel metodo Vannoni ci credono, al punto di gridare allo scandalo quando sono stati resi noti gli stralci dei verbali dei Nas che avrebbero attestato l’inefficacia del metodo Stamina. “Guariniello indaghi anche sulla diffusione dei dati delle cartelle cliniche degli Spedali Civili di Brescia. Dati tra l’altro falsi” dichiara Felice Massaro, presente ieri mattina a Roma, aggiungendo che la conferenza sarebbe stata “interamente registrata e inviata alle procure: Milano, Brescia, Torino, Cuneo e Napoli. Sono state dette troppe bugie, non ne tollereremo altre“.
“Ho scritto e parlato con medici di tutto il mondo per capire cosa potevo fare per mia figlia. Non ho avuto risposte da molti italiani. Quando ho scritto a Vannoni, mi ha risposto in 24 ore” spiega Giuseppe Camiolo. “Non avrò mai la presunzione di dire che è stato il metodo a far migliorare mia figlia, ma posso dire che è l’unica cura che ha fatto“.
Grandi assenti invece erano i genitori di Sofia, la bimba che ha acceso i riflettori sulla vicenda Stamina dopo essere stata, suo malgrado, protagonista di un servizio delle Iene. Ma se Guido Ponta e la moglie Caterina non hanno partecipato è dovuto solo ad una bronchite che ha contratto la bambina e non, come ci terrà a precisare su facebook il padre, ad un peggioramento della malattia neurodegenerativa da cui è affetta.
Nel frattempo, il presidente di Stamina Foundation Marino Andolina ha accusato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin di remare contro il metodo Vannoni perché sobillata da “presunti complotti e consigli che il Ministro avrebbe ricevuto dalla ìcriminalità organizzata“.
La Lorenzin ha minacciato l’azione legale, come scrive in una nota ministeriale: “in relazione alle affermazioni del vice presidente di Stamina Foundation, Marino Andolina, circa presunti complotti e consigli che il Ministro avrebbe ricevuto dalla criminalità organizzata, il portavoce del ministro della Salute comunica che si adirà alla vie legali nei confronti dello stesso Andolina per le gravissime affermazioni fortemente diffamatorie dell’operato del Ministro e del Ministero stesso“.