Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Muxtar Äblyazov, è tornata in Italia. Anche se solo di passaggio. Meta finale di questo viaggio è la Svizzera, dove risiede la figlia Madina. Ci ritorna dopo 7 mesi da quelle drammatiche ore di una notte di fine maggio in cui 50 agenti in borghese della DIGOS e della Squadra Mobile della Polizia di Roma fecero irruzione in una villa di Casalpalocco, nei pressi della capitale, dove risiedeva insieme alla figlia Alua di 6 anni.
Il blitz fu organizzato dopo forti pressioni del governo del Kazakistan. Secondo le loro informazioni, nella villa romana risiedeva anche Ablyazov, ma a seguito dell’irruzione nessuna traccia venne trovata di lui. Le due donne però furono sequestrate e portate a Ponte Galeria, nel Cie, dove le furono contestati l’autenticità del documento di identità esibito, cioè il passaporto emesso dalla Repubblica Centroafricana dove era riportato il cognome che la donna portava da nubile, Ayan.
Dopo le richieste di Ablyazov di un chiarimento rivolte al premier Letta, che a sua volta ha girato la richiesta al ministro dell’Interno Alfano, senza aver ricevuto risposta, anche la ministra degli Esteri Emma Bonino ha dichiarato che la vicenda è stata una “figura miserabile per l’Italia”. Aggiungendo anche, così come avevano già dichiarato il premier e Alfano, di non saperne nulla.
L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani il 18 luglio 2013 ha condannato l’espulsione dall’Italia della moglie e della figlia del dissidente kazako riscontrando una similitudine tra quanto avvenuto con la moglie di Ablyazov e la pratica illegale della “extraordinary rendition“, ovvero un’azione sostanzialmente illegale, o almeno “extralegale”, di cattura o deportazione o detenzione, eseguita clandestinamente nei confronti di un elemento ostile, sospettato di essere un terrorista, simile per certi versi a quello dell’imam Abu Omar.
La decisione di permettere alla donna e alla figlioletta di 6 anni di lasciare liberamente il Kazakistan è stata ufficializzata il 24 dicembre, con un comunicato del portavoce del ministro degli esteri kazako, Zhanbolat Usenov: “Le autorità di polizia kazake hanno deciso di cambiare le misure cautelari per Alma Shalabayeva annullando il divieto di viaggiare al di fuori di Almaty“.
Il pm di Roma, Eugenio Albamonte, ha chiesto di ascoltare Alma Shalabayeva a gennaio, sulle modalità della sua espulsione ma anche per il suo possesso di un passaporto ritenuto falso per il quale è indagata. Sono invece indagati per sequestro di persona, dopo una denuncia della figlia maggiore della Shalabayeva, l’ambasciatore kazako Andrian Yelemessov e altri funzionari della sede diplomatica.