Sono stati fermati dalla polizia due dei tre uomini che martedì notte, alle porte di Kiev, hanno picchiato selvaggiamente la giornalista pro Ue Tetyana Chornovil. Il terzo, che è già stato individuato, risulta al momento ricercato.
La reporter si stava dirigendo verso la capitale ucraina in auto quando è stata inseguita e speronata da un SUV di colore nero. Gli aggressori l’hanno obbligata a scendere e l’hanno colpita con calci e pugni, prima di abbandonarla sul posto. La donna è stata trovata poco dopo mezzanotte e trasportata in ospedale, dove rimane tuttora ricoverata. Per lei naso rotto, trauma cranico e contusioni multiple su tutto il corpo.
La Chornovil, da tempo molto attiva nel denunciare la corruzione diffusa tra gli apparati amministrativi del regime, proprio il giorno del pestaggio aveva pubblicato un articolo su una tenuta di campagna di proprietà del ministro dell’Interno ucraino. “Ho cercato di scappare, ma mi hanno preso e senza dirmi niente hanno iniziato a riempirmi di botte” ha raccontato ancora sotto shock.
L’aggressione, documentata dalla telecamera collocata sul cruscotto della sua auto, ha avuto forte risonanza in tutto il Paese, dove da diverse settimane sono in corso dimostrazioni di protesta contro la decisione del governo di rinunciare a entrare nell’Unione Europea. Una folla di manifestanti si è subito radunata davanti alla sede del ministero degli Interni, mostrando la foto del volto tumefatto della giornalista pubblicata qualche ora dopo il fatto sul sito web della sua testata, l’Ukrainska Pravda.
Usa e Ue hanno espresso la loro indignazione, chiedendo l’apertura di un’inchiesta. “Condanniamo l’attacco e chiediamo un’indagine immediata che permetta di risalire ai responsabili e a consegnarli nella mani della giustizia” si legge in una nota dell’ambasciata americana a Kiev, dove si sottolinea come “nelle ultime settimane sia accaduta una serie di eventi che sembrano voler intimidire o punire persone legate alle proteste”.
Anche il presidente ucraino Yanukovich aveva stigmatizzato l’aggressione e aveva ordinato al ministro dell’Interno, Vitali Zakharchenko, di far arrestare i colpevoli. Nella giornata di ieri è poi arrivato l’annuncio dello stesso Yanukovich: “Prenderemo presto alcune decisioni radicali, anche riguardo al personale”, ha detto, lasciando ipotizzare cambiamenti importanti nella composizione del governo.