Santissima tecnologia. È proprio il caso di dirlo vista la presenza, sempre più numerosa, di strumenti per connettersi con “l’altissimo” direttamente da internet o mobile. La registrazione del Papa un anno fa su Twitter, il 12 dicembre, aveva fatto riflettere sulla possibile vicinanza fra cristianesimo e tecnologia; dopotutto internet, social e dispositivi hi-tech sono all’ordine del giorno nelle vite delle generazioni di oggi. Perché non far tornare anche la fede?
Sono molti i sistemi per arrivare al fedele. Primo fra tutti utilizzare i social network per proferire la “parola del signore”. Instagram e Pinterest sono fra i nuovi arrivati con scopo liturgico e apostolico, mentre Facebook,Twitter, Google+ e YouTube sono dei veterani del settore. La Liquid Church del New Jersey ha utilizzato YouTube per esempio, unendo in un video tutti i cori natalizi inviati dai fedeli.
In America non è una novità. Da qualche anno, durante il periodo di Natale, in molti si affidano alla tecnologia per diffondere il Vangelo, e qualcuno, come il reverendo Patrick Mead, della Chiesa del Cristo di Eastside, autorizza a twittare in diretta durante la sua cerimonia i brani dei sermoni domenicali, in quanto sarebbe proprio lo spirito santo a motivare il tweet.
Non solo social network per i fedeli, ma anche applicazioni. Tre anni fa, la Saddleback Church aveva lanciato un’app per rivedere e ascoltare le messe in differita, permettendo, a chi non era presente, di partecipare a modo suo. Ma non è tutto: la stessa Saddleback Church ora mira a ottenere un canale sulla Playstation per trasmettere in streaming i propri sermoni.
La situazione in Italia è tutt’altro affare. La Chiesa si sta aprendo con calma a questo modo di vivere la religione. La diocesi di Padova, citando uno dei casi più significativi, ha creato “un attimo di pace“, un’iniziativa che consente, a chi aderisce, di ricevere via Sms o email le “mediatazioni” del giorno, su cui riflettere in attesa del Natale.
Riprendendo le parole di Claudio Maria Celli, presidente del dicastero per le comunicazioni sociali, “Anche nel continente digitale deve risuonare la parola di Gesù, anche perché molti dei suoi abitanti, se non trovano la Parola di Gesù in questo contesto, non la troveranno da altre parti”. Forse, la chiesa, conquistando i social ed altri strumenti tecnologici di tendenza, riuscirà ad affascinare nuovi fedeli e a far riavvicinare quelli che si sono allontanati dalla fede.