“Fuga dal Natale” può essere il libro che nessuno si aspetta. Il regalo outsider oltre gli schemi, per chi se la sente di rischiare. Per diversi motivi. Non si tratta di un’opera recente, dato che è stata pubblicata da Mondadori nel 2002. Ma vale la pena rispolverarla per scoprire John Grisham narratore di una storia che si discosta dai numerosi gialli giudiziari (Il Socio, Il Broker o L’ombra del sicomoro, per ricordarne alcuni) che lo hanno fatto conoscere al pubblico in Italia. Distante risulta anche il tema sportivo del football presente ne L’allenatore e Il professionista, quest’ultimo ambientato a Parma.
Natale in quasi tutto il mondo è sinonimo per eccellenza di tradizione. Quella dell’ albero da decorare, degli addobbi, dei cenoni a lume di candela con la famiglia riunita… . Tutto perfetto, sulla carta. Forse troppo. Con toni leggeri, lo scrittore americano mette a nudo il desiderio (più o meno) nascosto di quanti si ritrovano a vivere il periodo natalizio come sinonimo di stress e pressione: quello della libertà, dell’evasione da una serie di abitudini quasi meccaniche; sempre belle nella forma, certo, però vuote di significato il più delle volte.
“Come sarebbe stato bello evitare il Natale, cominciò a pensare. Uno schiocco delle dita ed è il 2 Gennaio. Niente albero, niente compere, niente regali inutili, niente mance, niente confusione e impacchettamenti, niente traffico e folle….niente spreco di soldi”. Il pensiero del protagonista Luthor Krank sulla faccenda non potrebbe essere più esplicito. Complice l’assenza da casa della figlia Blair partita per una missione umanitaria, e in particolare un esborso di ben 6100 dollari nel Dicembre passato, il piano d’azione per guadagnare la libertà è geniale e assurdo nella sua semplicità: saltare il Natale e fare una crociera ai Caraibi con la moglie. Niente addobbi, niente pupazzo di neve sul tetto, niente tacchino. Ma può il Natale essere messo da parte così facilmente?
Un romanzo estremamente scorrevole nelle sue 153 pagine che offrono anche spunti degni di un saggio antropologico: “Un garzone lavorava con impegno ad un’esposizione di cioccolatini natalizi. Un cartello al banco della macelleria invitava tutti i clienti a ordinare il loro tacchino al più presto. Nuovi vini per Natale! E prosciutti per Natale! Che spreco, pensò Luther: perché per celebrare la nascita di Cristo mangiamo e beviamo a dismisura?”.
Ironia, risate e un pizzico di perfido cinismo per questa ‘fuga’ dal Natale sono assicurati.