Pierfrancesco Favino ritorna da protagonista sul palco di un teatro con la commedia “Servo per due”, liberamente tratto da “Il servitore di due padroni” di Carlo Goldoni, in scena insieme alla compagnia Danny Rose dal 19 dicembre al 6 gennaio al Teatro Ambra Jovinelli di Roma.
Scritto da Richard Bean, riadattato e tradotto dallo stesso Favino insieme a Paolo Sassanelli (con il quale cura anche la regia), Marit Nissen e Simonetta Solder, la commedia “Servo per due” richiama l’Arlecchino settecentesco di Goldoni, servo di due diversi padroni che, per perseguire il suo unico intento, ovvero mangiare a sazietà, intreccia la storia all’inverosimile, creando solo equivoci e guai. Nella rivisitazione di Favino e Sassanelli, è rimasta la trama e la commedia degli equivoci, ma in questo caso, però, si tratta di un Arlecchino che si muove a Rimini, invece che a Venezia, negli anni Trenta, anni di grande successo per il varietà, al quale i personaggi della commedia sono legati.
Pierfrancesco Favino è Pippo, il moderno Arlecchino, un uomo ossessionato dal cibo, che purtroppo ha appena perso il lavoro. Si ritrova così depresso, senza soldi e senza la possibilità di poter mangiare, e dopo vari tentativi accetta di lavorare contemporaneamente alle dipendenze di due diversi padroni, entrambi malfattori, trovando così il modo di raddoppiare il suo salario e i suoi pasti. Essere al servizio di due padroni, però, significherà per Pippo avere anche un doppio carico di lavoro: dovrà infatti ricordare quali ordini, e soprattutto da chi, gli verranno impartiti.
In scena 23 attori della compagnia e 4 musicisti del gruppo “Musica da ripostiglio”, numeri inusuali in questo periodo di difficoltà economiche per le produzioni teatrali, segno però che la voglia e la determinazione di fare spettacolo sono in grado di guardare oltre la crisi: “Abbiamo scelto uno spettacolo diverso da tutto quello che avevamo intorno – commenta Favino – mi sembra che la risposta del pubblico ci abbia premiato. Per potercelo permettere abbiamo deciso tutti di prendere la stessa paga, poca. Di certo non ci arricchiremo con questo spettacolo, ma in questo momento guardiamo a un altro tipo di profitto. L’idea è comunque quella di fare impresa, la produzione è completamente privata, e ci piacerebbe dimostrare che si può fare“.
Per preparare lo spettacolo sono stati coinvolti quaranta attori della compagnia Danny Rose, che hanno partecipato a diversi seminari e laboratori di canto, ballo e acrobatica, al termine dei quali lo stesso Pierfrancesco Favino, insieme a Paolo Sassanelli, hanno scelto i 23 da inserire nel cast.