È un Obama positivo e determinato quello che parla agli americani nella consueta conferenza stampa di fine anno. Convinto di aver fatto tanta strada, ma allo stesso tempo consapevole di avere ancora parecchi nodi da sciogliere. “Credo fermamente che il 2014 segnerà una svolta per gli Stati Uniti” ha detto prima di partire con la famiglia per la tradizionale vacanza alle Hawaii.
Controllo delle armi, riforma dell’immigrazione e accordi fiscali i tre grandi obiettivi di Obama all’inizio del suo secondo mandato. Obiettivi finora centrati solo in minima parte e con molte difficoltà, visto che il Congresso è riuscito a raggiungere un accordo di massima solo sull’ultima delle tre questioni.
La sua popolarità non è mai stata così bassa, eppure il presidente non sembra essere particolarmente preoccupato. “I sondaggi sono saliti e scesi diverse volte nel corso della mia carriera. Se fossi stato interessato ai sondaggi, non mi sarei candidato” ha spiegato. “In ogni caso, questo non è stato l’anno peggiore della mia presidenza” ha poi aggiunto.
Altro punto dolente quello relativo alle violazioni della privacy dei cittadini ad opera della National Security Agency. Lunedì un giudice federale ha stabilito che la raccolta dei tabulati telefonici è incostituzionale, definendo la procedura una “tecnologia quasi orwelliana”. Davanti ai giornalisti il presidente ha aperto alla possibilità di apportare modifiche ai programmi della Nsa, proponendo di affidare la conservazione dei metadati raccolti ad aziende private invece che al governo.
Obama si è soffermato a lungo sull’economia. Il Pil, ha detto, è cresciuto a velocità superiore rispetto agli ultimi due anni, mentre il tasso di disoccupazione è il più basso degli ultimi cinque. Per il futuro la priorità è tornare a puntare sulla classe media, garantendole maggiori opportunità. Il presidente ha insistito sulle riforme, precisando che una nuova legge sull’immigrazione potrebbe dare nuovo impulso allo sviluppo. “Il 2014 sarà l’anno dell’azione” ha affermato.
Obama ha inoltre ricordato che “per la prima volta in quasi 20 anni, gli Usa producono più petrolio in patria di quanto ne comprano dal resto del mondo” e che grazie a lui oltre un milione di persone gode ora di copertura sanitaria, attraverso il sito web nazionale HealthCare.gov e i siti dei singoli Stati.
Infine spazio anche alla politica estera. “Nel 2014 la guerra in Afghanistan sarà conclusa, e il mondo un posto più sicuro” ha annunciato il presidente, difendendo a spada tratta il forte impegno diplomatico degli Stati Uniti per risolvere la questione iraniana. “In questo momento stiamo trattando per far sì che il regime congeli i processi nucleari e non c’è alcun bisogno di ulteriori sanzioni nei confronti dell’Iran” ha concluso.