La Toscana prossimo obiettivo del clan dei Casalesi

La camorra, con la complicità della mafia cinese, avrebbe interrato rifiuti tossici anche nella zona di Prato. A rivelarlo il Procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, con una dichiarazione contenuta in un lancio dell’agenzia americana Associated Press poi ripreso dal sito dell’emittente Abc.

Nell’agenzia, la situazione di Prato è paragonata a quella della cosiddetta “Terra dei fuochi”, dove per decenni sono stati interrati rifiuti tossici e nocivi. L’otto novembre, davanti ad una platea di giornalisti ed esperti dell’ambiente, riuniti a Castel dell’Ovo per il X Forum in difesa della natura, sbarcato per la prima volta all’ombra del Vesuvio, Franco Roberti aveva dichiarato: “Dopo aver smaltito al Sud per vent’anni i rifiuti tossici prodotti al Nord, ora la camorra napoletana sta portando i rifiuti campani altrove, in primis in Toscana ma anche in Paesi come la Romania e la Cina“.

Questa notizia troverebbe conferme anche in una denuncia della Fondazione Caponnetto di Firenze, secondo la quale la Toscana è stata individuata dal clan dei Casalesi come possibile terra di sversamenti.

A tarda sera, il procuratore Roberti ha chiarito che le sue affermazioni “non si riferiscono all’attualità, ma a un procedimento penale, già definito dalla Procura di Firenze, che vede coimputati, per traffico organizzato di rifiuti della lavorazione tessile, produttori pratesi e smaltitori ritenuti espressione del clan camorristico Iacomino-Birra di Ercolano“.

Quindi, una dichiarazione per sottolineare, in buona sostanza, che la realtà di Prato, ad oggi, è ancora distante anni luce da quella realmente pestilenziale della Terra dei Fuochi, ma potrebbe diventare altrettanto grave. Più che una concreta rivelazione, quella rilasciata all’Associated Press, sembra un monito, un avviso a non abbassare la guardia in una zona entrata di prepotenza nelle mire dei clan. Il richiamo alla Terra dei Fuochi è servito a garantire all’avvertimento la massima attenzione da parte dei media e della politica. E così è stato.

Il senso del messaggio non sembra, però, essere stato colto, preferendo, per l’ennesima volta, impugnare la baionetta del catastrofismo. In molti, forse in troppi, si sono affrettati a titolare “Prato come Napoli“, o “La Toscana come la terra dei Fuochi“, una becera e vuota ricerca di sensazionalismo che fa passare, in secondo piano, la notizia che le ecomafie hanno iniziato a radicarsi in Toscana, oggi gestendo il traffico illegale dei rifiuti del settore tessile, un domani quello dei rifiuti radioattivi e altamente nocivi.

La politica ha promesso, tramite qualche deputato, la solita interpellanza parlamentare: “Apprendiamo da fonti di stampa locale di dichiarazioni del Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti secondo le quali la camorra avrebbe usato la zona di Prato, nel cuore della Toscana, per lo smaltimento illecito di rifiuti tossici. Se le dichiarazioni attribuite al Procuratore fossero confermate, dovremmo giungere alla conclusione che le indagini sono concluse e quindi non sussistono più motivi di riservatezza. Al di là di ogni valutazione sul mezzo scelto per divulgare tali gravissime notizie, chiediamo al governo di riferire al più presto, quindi già nella giornata di domani, alla Camera sulla vicenda“.

Non è questo il risultato a cui mirano le dichiarazioni del procuratore nazionale antimafia. Sarebbe anche ora di smetterla di creare solo allarmismi o di cercare e ottenere una bella fetta di visibilità. Occorre, invece, sanare le ferite del passato e impedire che se ne riaprono di nuove.

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