Le nomination ufficiali le sapremo solo il 16 gennaio prossimo, ma intanto La grande bellezza ha già compiuto un passo importante nella corsa all’Oscar 2014. Il film di Paolo Sorrentino, scelto per rappresentare l’Italia al premio cinematografico più prestigioso al mondo, è entrato nella shortlist di nove titoli in gara per la statuetta come miglior film straniero.
Questo nuovo risultato si aggiunge ai tanti riconoscimenti raccolti dal film nelle ultime settimane: dal trionfo agli European Film Awards alle candidature ai Golden Globe, agli Independent Spirit Awards e in ultimo ai Critics’ Choice Movie Awards.
Distribuito in quaranta paesi, La grande bellezza ha debuttato nelle sale americane a metà novembre. Accolto positivamente dalla critica d’oltreoceano, il è stato inserito dalla rivista Time al secondo posto della classifica delle migliori dieci pellicole del 2013, e definito come «il più grandioso e esaltante film ambientato sul pianeta Terra (allusione al primo posto di Gravity), di quest’anno». Con Sorrentino l’Italia torna finalmente protagonista nel cinema che conta e queste attestazioni di stima non possono che farci nutrire speranze concrete di arrivare fino al fondo della corsa alla statuetta dell’Academy. L’ultima grande vittoria italiana risale al 1999 con il trionfo de La vita è bella di Roberto Benigni. Da allora una sola candidatura, nel 2005 con La bestia nel cuore di Cristina Comencini, e tante delusioni.
La gara per Sorrentino comunque non sarà in discesa. Assieme a La Grande bellezza in lizza per l’Oscar ci sono: The Broken Circle Breakdown (Belgio) di Felix van Groeningen; An Episode in the Life of an Iron Picker (Bosnia Herzegovina) di Danis Tanovic; The Missing Picture (Cambogia) di Rithy Panh; Il sospetto (Danimarca) di Thomas Vinterberg; Two Lives (Germania) di Georg Maas; The Grandmaster (Hong Kong) di Wong Kar-wai; The Notebook (Ungheria) di Janos Szasz; Omar (Palestina) di Hany Abu-Assad. Grandi assenti Il passato di Asghar Farhadi, regista iraniano che ha vinto il prestigioso premio nel 2012 con Una separazione, e La bicicletta verde di Haifaa Al-Mansour, primo titolo di sempre girato in Arabia Saudita da una regista donna.