“Governi del Mondo, stanchi giganti di carne e di acciaio, io vengo dal Cyberspazio, la nuova dimora della Mente. A nome del futuro, chiedo a voi, esseri del passato, di lasciarci soli. Non siete graditi fra di noi. Non avete alcuna sovranità sui luoghi dove ci incontriamo”.
Così affermano le prime righe della Dichiarazione d’Indipendenza del Cyberspazio di John Perry Barlow. Dichiarazione redatta nel lontano 1996 ma che più che mai sembra essere attuale in questi giorni di tumulto dopo l’approvazione del regolamento sul diritto d’autore online .
Il regolamento è stato approvato dal voto unanime del consiglio AGCOM (Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni) ed entrerà in vigore dalla fine del mese di marzo del 2014. Il provvedimento è stato pensato per offrire maggiore tutela al diritto d’autore quando si tratta di pubblicazioni che avvengono in rete.
Cosa accadrà quindi dopo il 31 marzo? Innanzitutto la tutela del diritto d’autore abbraccerà tutto l’insieme di quelle opere audiovisive, fotografiche, editoriali e altro che hanno carattere di essere opere digitali, e fin qui nulla di insolito. La discussione in merito all’adeguatezza del regolamento nasce sia dal potere che verrà affidato all’AGCOM di eliminare contenuti e siti web, giudicati di violare il copyright, dalla rete italiana, sia dalle conseguenze in termini di libertà di espressione e di diritto all’informazione che la normativa comporterà.
L’intervento dell’AGCOM sarà attivato sotto la segnalazione della persona o delle associazioni che, accorgendosi della violazione del diritto d’autore, compileranno un modello a disposizione di tutti sul sito web dell’Autorità. A segnalazione avvenuta, il Garante potrà agire attraverso due strade: se si tratta di una violazione isolata di contenuti digitali, chiederà a coloro che si occupano della gestione del sito web interessato e agli uploader di eliminare l’opera in questione; se invece si dovesse trattare di una violazione massiccia, l’AGCOM potrà richiedere di disabilitare l’accesso all’intero sito Internet.
Le principali accuse mosse contro questo regolamento sono di violazione della libertà di espressione e di violazione del diritto di accesso alle informazioni. Il provvedimento, infatti, potrebbe portare a un abuso del controllo dei contenuti presenti in rete rischiando di trasformarsi in una censura, e colpendo anche utenti privati che condividono file Torrent o che gestiscono una pagina di Facebook. Con la nuova normativa, inoltre, anche un semplice riferimento, collegamento o link a contenuti protetti dal copyright potrebbe essere considerata pirateria.
AGCOM si difende affermando che il regolamento del diritto d’autore online “non incide in alcun modo sulla libertà della Rete” e che “si concentra sulla lotta contro le violazioni massive e non riguarda gli utenti finali”. Secondo questa affermazione, quindi, il Garante non prenderà misure contro gli utenti che scaricano o vedono contenuti protetti da copyright in streaming.
Ma al provvedimento manca una regolamentazione fondamentale, ovvero non sono previste sanzioni contro chi muove infondate accuse di violazione di copyright. L’AGCOM afferma però “che il procedimento è caratterizzato dal pieno rispetto del principio del contraddittorio“. Quindi chi si ritrova a essere accusato di violazione può decidere di sottostare alle direttive del Garante entro cinque giorni (altrimenti il provider sarà costretto ad una sanzione sino a 250 mila euro), oppure può presentare prove valide per difendersi dalle accuse.
Al contrario degli utenti in rete che esprimono il loro dissenso nei confronti del nuovo regolamento attraverso post, twitter e blog, i vertici della SIAE si mostrano parecchio soddisfatti dalla decisione dell’AGCOM. Marco Polillo, il presidente di Confindustria Cultura Italia, parla addirittura di una nuova era per l’Italia e per la cultura italiana, e, come se il problema della pirateria fosse solo una questione di reperibilità, afferma che la tutela sul diritto d’autore non modificherà l’uso del web degli utenti, che invece “avranno maggiore difficoltà a trovare contenuti pirata online e più facilità a reperire quelli legali”.
Ma rimangono comunque importanti questioni sul diritto d’autore, soprattutto nel campo del giornalismo. Anche se l’AGCOM ha garantito la libertà di lavoro dei giornalisti, le cui pubblicazioni sono garantite dal diritto d’autore, resta incerta la posizione dei numerosi cittadini che sono attivi nel giornalismo partecipativo. Sulla base di quale criterio, quindi, è possibile giudicare cosa è degno di protezione e cosa no?
Dello stesso parere anche Guido Scorza, avvocato, giornalista e blogger, che scrive in uno dei suoi ultimi articoli in merito al diritto d’autore online: “non esiste e non può esistere, naturalmente, alcuna differenza tra la qualità e quantità dei diritti riconosciuti su i “prodotti dell’attività giornalistica” e la qualità e quantità dei diritti riconosciuti su qualsiasi altro contenuto informativo in senso lato”.