L’amore sotto l’albero

Cosa desiderate ricevere sotto l’albero di Natale?

In questi tempi (ormai sempre più prolungati) di cinghie strette e di portafogli vuoti, dovremmo sperare tutti di ricevere dal ciccione vestito di rosso un buon posto di lavoro, un aumento di stipendio o un biglietto vincente della lotteria.
Invece sembra che, nonostante la perenne acqua alla gola, gli italiani non abbiano smesso di essere dei gran romanticoni.

Tra i numerosi desideri scritti su foglietti di carta e appesi ai grossi alberi di Natale nelle stazioni di Roma Termini e di Milano Centrale, continuano ad abbondare richieste e pensieri che riguardano questioni di cuore.
C’è chi chiede di far ritornare un amore lontano, chi di fidanzarsi con un cantante famoso e chi di sposarsi presto. Ci sono poi decine di dichiarazioni d’amore, come quella di Ginevra che, in un grosso cuore, scrive: “Io sono Ginevra e ho otto anni e amo tantissimo Antonio”.
Non di soli lucchetti sui ponti vivono gli innamorati, ma anche di pezzi di carta su abeti spelacchiati perché, anche quando lo stomaco è vuoto, il cuore continua a pulsare forte.

Così, mentre i negozianti lamentano il calo delle vendite, per l’ennesimo anno consecutivo, mentre i cesti pieni di ogni leccornia restano sugli scaffali dei supermercati in attesa delle svendite, ritorniamo ad apprezzare gli affetti come il bene più prezioso.
Se un tempo quando c’era la salute c’era tutto, adesso la priorità passa agli affetti, forse anche perché – bisogna ammetterlo – amare è quasi sempre una faccenda gratuita.

Sebbene sia vero che all we need is love, è anche vero che tutti avremmo voglia di scartare o far scartare dei regali, la notte della vigilia o la mattina dopo. Viviamo ormai nell’epoca dell’”è solo un pensierino”, eppure non riusciamo a rinunciare al rituale dei doni.
Passino i colleghi che tolleriamo a stento, i compagni di calcetto o i cugini che non vediamo mai, ma per le persone alle quali teniamo di più, Babbo Natale deve essere sempre in servizio.

L’anno scorso avevo scritto un articolo in cui davo alcuni consigli su regali a basso costo e dalla grande efficacia. Erano per lo più suggerimenti piccanti, piccole idee per concedersi delle festività rilassanti e goderecce, come massaggi, un blocchetto di buoni per delle “pratiche particolari”, uno spettacolino di striptease solo per lui (o lei).
Ammetto che dopo un pranzo con più di sette portate e spumante e noci e panettoni e moscato, l’unica cosa di cui hai voglia è un digestivo e una bella pennica sul divano. È raro che i sopravvissuti ai pasti festivi si diano da fare tra le lenzuola senza lunghi tempi di recupero.
Trovo però carina l’idea di riciclare alcune proposte trasformandole dal rosso al rosa e rendendole più “romantiche”.
Ci sarà sicuramente qualcosa che possiamo e dobbiamo migliorare nelle nostre relazioni, qualche crepa da ricomporre, qualche difettuccio (nostro) che rovina l’idillio.
Il Natale potrebbe essere l’occasione per lavorarci su, mettendo nero su bianco i buoni propositi e, magari, rispettandoli almeno una volta nella vita (scarterei il “da domani dieta” perché sappiamo benissimo che non ci riusciremo mai).

All’uomo che amo, per esempio, regalerei 6 buoni perdono, così potrà sbagliare una mezza dozzina di volte prima di scatenare la mia furia omicida. Poi gli regalerei qualche serata di ascolto, tipo il giovedì, senza interromperlo in continuazione per raccontare i fatti miei. Poi gli darei più fiducia, almeno un 20% in più e lavorerei un po’ sulla mia pazienza. E più baci. E smetterei, almeno per i primi 3 mesi dell’anno, di lamentarmi perché “sono grassa”.

Agli amici regalerei più cene a casa mia, con lasagna e parmigiana di melanzane, più telefonate e meno whatsapp, più pacche sulle spalle e meno giudizi severi, più risate.

Alla mia famiglia regalerei più abbracci, più sorrisi, più vicinanza, più baby sitting e più cat sitting.

E non è detto che non siano questi i doni che offrirò e che forse dovremmo offrire tutti, perché l’amore costa pochissimi euro. Ha solo bisogno di presenza, costanza, disponibilità e desiderio e non possiamo usare la crisi come scusa per amare di meno.

O almeno, non possiamo farlo sempre.

P.s. questo post è dedicato a mia sorella Valeria.
Vale, non sapevo come dirti che quest’anno non ci ho un soldo e che, come l’anno scorso, ti regalerò un meraviglioso “buono per una bella serata”.

Gestione cookie