Ieri il portale online torinonotizieweb.com ha diffuso la notizia di una rapina subita dall’attaccante della Juventus, Fernando Llorente.
Il calciatore ieri mattina passeggiava per le strade di Torino quando ad un certo punto dei malviventi lo hanno affiancato con uno scooter e gli hanno portato via il Rolex del valore di 20 mila euro, a nulla sono valsi i tentativi dello spagnolo di opporsi ed ostacolare gli aggressori che pare abbiano agito a volto scoperto.
Non é la prima volta che un calciatore della Vecchia Signora viene preso di mira da rapinatori.
Poco più di un anno fa il centrale di difesa Leonardo Bonucci fu protagonista di un gesto di grande coraggio poichè si ribellò ad un furto, colpendo il volto del malvivente che lo minacciava con una pistola davanti la moglie e il figlio, anche in quel caso l’oggetto del desiderio del ladro, che fuggì dopo il gancio, era l’orologio al polso del giocatore.
Orologio che fu strappato via anche a Mirko Vucinic nel settembre 2011, in circostanze analoghe a quelle che hanno visto come vittima Fernando Llorente. Il montenegrino si trovava in strada quando uno scooter con due persone a volto scoperto si avvicina e uno dei due prova a strappargli via il prezioso oggetto.
Tra le altre piazze più colpite da tale fenomeno c’é sicuramente Napoli con i vari: Behrami, Lavezzi, Cavani e Hamsik tra le vittime più illustri.
Riguardo proprio i furti subiti dai tesserati del Napoli, in questi giorni é venuta fuori una verità sconcertante che potrebbe portare ad una svolta e si spera ad un epilogo di questa triste situazione. Tale verità delinea un quadro che vede la camorra protagonista ed organizzatrice degli scippi ai tesserati del Napoli Calcio come ripicca nei confronti della stessa società, rea di non aver permesso la partecipazione dei beniamini azzurri a manifestazioni ideate dagli ultrà.
Ma non è solo Napoli, ed in generale il meridione, come spesso si tende a pensare, ad essere protagonista di scippi e furti a celebrità del pallone, in realtà la congiuntura economica negativa contribuisce a far accrescere questi spiacevoli avvenimenti che, bisogna ricordare, non vedono come vittime i soli calciatori ma anche i cittadini comuni, gli operai, i commercianti, gli impiegati, pensionati che in poco tempo vedono distrutto quanto raccolto in diversi mesi o addirittura anni di lavoro.
E per recuperare quanto perso, impiegano sicuramente molto più tempo di quello che serve ai calciatori per rivestire i propri polsi.