Antonio Caprarica, da 15 anni noto corrispondente da Londra per la Rai, lascia l’azienda e minaccia azioni legali. Un comunicato riporta le dichiarazioni scottanti del cronista: “Non avrei mai immaginato di lasciare in questo modo l’azienda della mia vita, dopo oltre un quarto di secolo di servizio onorevole e immacolato in ogni angolo di mondo. Troncare questo rapporto con effetto da oggi, come ho appena comunicato alla direzione del personale, è per me l’unica possibilità di immediata reazione alle crescenti pressioni esercitate dai vertici aziendali con metodi inammissibili e offensivi».
Forti le parole di Caprarica che ha aggiunto: “Ho respinto finora gli attacchi rivoltimi, dimostrandone l’infondatezza, ma né la mia salute né la mia dignità mi consentono di rimanere ulteriormente in Rai. Purtroppo, la mia vicenda illustra drammaticamente l’assenza di qualsiasi organo aziendale di garanzia per i lavoratori, giacché il consiglio d’amministrazione – da me informato su ogni passaggio della persecuzione – ha preferito voltarsi dall’altra parte piuttosto che chiedere spiegazioni al direttore generale. Con buona pace per il codice etico della Rai».
Il giornalista parla di “persecuzione” e di “attacchi inammissibili” ricevuti dai vertici Rai. Solo lo scorso ottobre asseriva: “Sono il Re della Rai di Londra e vogliono sfilarmi il trono” e concludeva “Il mio posto fa gola a tanti“. Pare che la sede di Londra sia molto ambita in casa Rai e il giornalista ritiene che questo sia il motivo delle accuse infondate che gli sono state rivolte negli scorsi mesi: “[…] con indiscrezioni lesive, si intacca l’onorabilità dì un giornalista che, con 25 anni di servizio, ha fatto la storia della Rai. Sono sbalordito, nonché avvilito, che dei dubbi, anche legittimi, siano stati trasformati in un procedimento disciplinare, senza la richiesta di un chiarimento preventivo“, così parlava Caprarica in un’intervista rilasciata ad ottobre scorso.
Si tratterebbe di “imprecisioni amministrative”: questo ciò che è stato contestato al giornalista, come l’aver mantenuto la collaborazione alla sede londinese di un contabile in pensione o aver gestito in modo “disorganizzato” le collaborazioni. Un problema di contabilità che il giornalista rimprovera di non essere stato chiamato a chiarire nelle opportune sedi preventivamente. Ora la vicenda finirà sul banco dei giudici in tribunale. Lì siederà Caprarica; alla poltrona Rai ha detto ormai addio.