“Nessun esplosivo o dispositivi sospetti sono stati trovati a seguito dell’evacuazione e della perlustrazione di quattro edifici della Harvard University lunedì dalle forze federali, statali e locali“. Questo l’annuncio sul sito dell’Università di Harvard, che nell’Harvard Gazette pubblicato nel pomeriggio di ieri intorno alle tre, ora locale, rassicura gli studenti.
L’allarme era scattato durante la mattinata quando alle 8.40 una mail anonima informava la polizia della prestigiosa università americana di materiale esplosivo posizionato in quattro edifici del complesso: Emerson Hall, Sever Hall, Thayer Hall, e il Science Center. Da qui il piano di evacuazione fatto scattare dalla vicepresidente Katie Lapp.
Dopo Yale, Harvard. Ma qui l’allarme bombe da qualche tempo è preso più che sul serio e le procedure e le restrizioni allo stesso tempo. Dalla tragica maratona di Boston, ad aprile, infatti, nello stato del Massachussetts, dove si trova per l’appunto la famosa università, gli allarmi assumono rilevanza anche quando gli elementi su cui lavorare sono pochi e i sospetti di un falso allarme piuttosto consistenti:”Credo che qualcuno non abbia voglia di dare gli esami” ha dichiarato al New York Times Brett Carter, 34 anni, studente laureato. Non appena uscito fuori dall’edificio dove avrebbe dovuto tenersi l’esame ha pensato: “Sono estremamente convinto che tutto questo sia veramente solo uno scherzo“.
Scherzo o no i poliziotti e le forze speciali hanno perlustrato i quattro edifici: il centro di Scienze, due dormitori e un’aula in cui erano previsti gli esami per gli studenti, sospesi ma riprogrammati. Non solo: elicotteri, traffico deviato, una unità di forze specializzata negli ordigni.
E scherzo o no le indagini sono iniziate.