Tragedia ad Arona, in provincia di Novara, dove l’architetto Paolo Pedrizzetti e sua moglie, Raffaella Mattia, 66 anni, sono morti precipitando nel vuoto mentre stavano montando le luminarie natalizie fuori al balcone del loro appartamento al settimo piano.
Da una prima ricostruzione dell’accaduto, Paolo Pedrizzetti e la moglie stavano preparando i classici addobbi natalizi vicino al balcone, quando l’uomo ha perso l’equilibrio mentre era su una piccola scala, trascinando con sé la moglie, che aveva provato ad afferrarlo. Non c’è stato nulla da fare, sono morti sul colpo. “Sembravano abbracciati“, racconta un testimone, anche lui residente, come le vittime, nel condominio ‘La Rocca’, che si affaccia su piazzale Barberi.
Quarant’anni fa, Pedrizzetti, all’epoca studente alla facoltà di architettura del capoluogo lombardo, divenne celebre per una foto di cronaca, scattata in via De Amicis a Milano il 14 maggio del 1977, che immortalava l’istante esatto in cui un dimostrante, con il volto coperto dal passamontagna, ginocchia piegate e braccia tese, era pronto a sparare con una P38 contro un giovane vicebrigadiere dei carabinieri, Antonio Custra. L’immagine rimbalzò, in breve tempo, sui giornali e restò poi sui libri di storia, diventando la foto simbolo dei terribili anni di piombo.
Mario Calabresi nel suo libro Spingendo la notte più in là, ricorda che Pedrizzetti, in quegli attimi concitati, ebbe la freddezza, prima di scappare, di consegnare il rullino ad alcuni giornalisti e alla polizia, pur sapendo che per questo sarebbe stato ripetutamente minacciato.
Paolo Pedrizzetti era un democratico convinto, credeva nelle istituzioni e nei partiti. Nel 2007 è stato uno dei fondatori del circolo del Pd di Arona, ricoprendo fino a quest’anno ruoli nel direttivo e nel coordinamento provinciale. Per le primarie dell’8 dicembre, ha presentato convintamente la mozione Cuperlo nei congressi di zona.
Questo rispetto profondo che aveva per le istituzioni democratiche è visibile anche nei suoi lavori di product designer, prima con Davide Mercatali e poi, dal 1988, con la moglie, nel suo studio in via Colonna a Milano. Da questa collaborazione, sono nati prodotti industriali di notevole impatto commerciale: rubinetti, maniglie, mensole, posate, lampade, articoli casalinghi, sedie, tavoli, camini, complementi d’arredo. Fu promotore dell’idea di un designer democratico, cioè un designer in grado di far da mediatore tra i sogni e i bisogni della gente.