La Croazia dovrà far a meno di Josip Simunic ai Mondiali. E’ quanto deciso dalla FIFA nella giornata di ieri infliggendo al difensore una squalifica di 10 giornate e una multa di 30 mila franchi svizzeri per comportamento discriminatorio in seguito ai cori nazisti intonati insieme ai tifosi dopo il successo degli spareggi contro l’Islanda. Addio Brasile dunque per il giocatore della Dinamo Zagabria almeno per ora, anche se la Federcalcio croata ha già annunciato che presenterà ricorso al più presto.
Il 35enne difensore croato è stato punito per essersi rivolto con il microfono verso gli spalti al termine della gara al grido di “Per la patria!“, ottenendo dai tifosi la risposta “Pronti!“. Una goliardata che ha richiamato però alla mente l’urlo di guerra degli ùstascia, gli appartenenti al movimento nazionalista croato di estrema destra che prima si opposero al regno di Jugoslavia dominato dall’etnia serba e poi con l’appoggio dei nazisti presero in mano il governo durante la seconda guerra mondiale.
“Sono spiacevolmente sorpreso, scioccato e deluso dalla squalifica inflitta dalla Fifa a Simunic“, ha detto Niko Kovac, il ct della Nazionale croata. “Sono triste soprattutto per lui che non potrà giocare la Coppa del Mondo. Lo conosco da tanto tempo come giocatore e persona, sono sicuro che non voleva offendere nessuno“, ha aggiunto.
“La gente dovrebbe imparare un po’ di storia – aveva commentato Simunic dopo le accuse – Non ho fatto niente di sbagliato, stavo supportando la mia Croazia, la mia patria, se qualcuno ha qualcosa in contrario è un suo problema. Nelle mie parole non c’era niente di politico ma solo il mio amore per la mia gente e il mio Paese. Il pensiero che qualcuno possa associarle a forme di odio o violenza mi terrorizza“. Ma la Fifa non ha accolto la versione e oltre alla presenza in campo, ha inflitto al giocatore anche il divieto di entrare allo stadio nelle dieci partite in cui sarà squalificato.