I boss devono smetterla di comandare le cosche dalle carceri, anche a costo di inasprire le misure di sicurezza e di punizione contro questi fenomeni.
“I boss mafiosi sappiano che se provano a far uscire ancora informazioni lo Stato è pronto a indurire sempre di più la legislazione sul carcere duro“. Queste le parole con cui il leader del Nuovo Centrodestra e Ministro dell’Interno Angelino Alfano, ha concluso l’audizione in commissione antimafia in Prefettura a Milano, senza escludere dal suo discorso l’argomento Expo 2015. Questo evento, infatti, per la grande notorietà e per il giro di affari che implica non può far altro che attrarre i tentacoli della criminalità organizzata.
Nello specifico Alfano si era già pronunciato a proposito dell’articolo 41bis, promettendo che non avrebbe permesso il verificarsi di eventi come quello che ha visto come protagonista il boss Totò Rina, che proprio nei giorni scorsi ha minacciato i magistrati incaricati del suo processo direttamente dalla cella.
Non solo una punizione ma anche prevenzione, infatti potrebbero essere anche le normative sul carcere duro ad essere inasprite per i soggetti in questione, fino ad arrivare al completo isolamento, se necessario. Riduzione delle ore d’aria e preciso controllo dei colloqui sono solo alcuni dei provvedimenti che potrebbero essere aggiunti alle norme carcerarie nei prossimi mesi.
Provvedimenti utili anche per Expo 2015. Sono stati eseguiti moltissimi controlli sulle gare d’appalto per le opere dell’evento e addirittura 29 imprese sono state escluse. È stata istituita una white list in cui includere le aziende di cui “fidarsi” e una squadra di tecnici esperti vigila e controlla tutte le manovre che coinvolgono l’organizzazione dell’Esposizione Universale, perché solo togliendo aria (e soldi) alle mafie queste possono essere sconfitte e, uno dei modi per farlo è sicuramente lasciarle senza guida.
Alfano conclude tirando le somme sulle azioni degli ultimi mesi contro la Mafia. Nel 2013 infatti sono stati arrestati ben 74 latitanti e le organizzazioni più colpite sono state Camorra e Mafia, rispettivamente private di 28 e 20 elementi di spicco.
Ma se sono stati fatti senza dubbio dei progressi, ancora molto vi è da fare, perché in Italia la mafia è troppo radicata per consentire l’estirpazione con mezzi che non siano duri e incisivi.