Il cantante britannico James Blunt svela la sua insolita ispirazione per il suo ultimo album, intitolato “Moon Landing”: da quello che a primo acchito può sembrare abbia a che fare con qualcosa di fantascientifico e surreale, qualcosa che oltrepassa i limiti terreni per addentrarsi sulla luna, invece non è così. Blunt parla di elementi concreti, che lui stesso vive ogni volta dietro le quinte, e fa riferimento precisamente al momento in cui nei camerini ci si cambia e di conseguenza ci si tocca: questo sarebbe l’allunaggio di cui parla Blunt.
Il cantante di “High”, “You are beautiful”, “Goodbay my lover”, ci lascia un po’ perplessi per questa sua scelta e per la spiegazione che dà ai giornali e nelle interviste. Di certo si tratta di un aspetto privato e delicato del modo di essere di Blunt, che afferma pure di non voler portare addosso nessun tipo di biancheria intima, e questo accade anche dietro la quinte, dove l’unico elemento che lo copre, quando si cambia, al massimo, è la sua chitarra.
Possiamo quindi dedurre che James Blunt, sotto l’immagine di angelo buono dagli occhi blu, cela invece quella di un piccolo diavoletto attento ad ogni minimo dettaglio anche dentro un camerino: il tatto che entra in gioco quando ci si sfiora l’un l’altro arriva ad ispirarlo, lo cattura al punto di farne il titolo di un album. Curioso davvero. Cosa mai ha potuto colpire l’animo dell’artista alla visione di una cosa per lui abituale? Difficile da comprendere.
Addentriamoci nei meandri dei suoi pensieri e delle sue emozioni ascoltando questo suo nuovo album. Magari la musica ci darà dei suggerimenti in più, e le parole ad essa coadiuvate ci faranno riflettere meglio su quelle che sono le sue reali motivazioni.