Il camino è acceso, la famiglia riunita attorno al fuoco. Natale si avvicina e la mezzanotte sta per scoccare. Non possono mancare le canzoni e magari un libro da leggere per entrare ancor più in un’atmosfera da sogno. Quella che si può cogliere, ad esempio, nelle pagine dell’indimenticato Canto di Natale di Dickens. Oppure nelle fiabe, dove gli eroi e le eroine sconfiggono sempre i malvagi. Tuttavia, la sorpresa e l’evento inaspettato sono in agguato. Nulla è da dare per scontato. Nemmeno nel periodo natalizio.
Proprio per questo motivo, “Diario di un gatto con gli stivali” di Roberto Vecchioni potrebbe rappresentare per i lettori l’outsider rispetto alle letture tipiche del periodo. Da Cappuccetto Rosso al Gatto con gli Stivali, passando per Robin Hood e Pollicino. Una classica raccolta di favole e fiabe della letteratura tradizionale, insomma.
Così sembra. O forse no. Perchè solo nel mondo della fantasia è possibile rimescolare le carte del mazzo in un infinito gioco di specchi. Esiste a volte un’altra spiegazione. Possibile che il buono sia in realtà cattivo e viceversa? Che i principi azzurri abbiano un altro colore? O che il furbo gatto con gli stivali conservasse un diario segreto dei suoi amori?
Il misterioso cantastorie, voce narrante del libro edito nel 2006 da Einaudi, non ha dubbi in proposito, rivolgendosi al suo pubblico di bambini: “Le favole non dicono sempre la verità: e sapete perchè? Perchè il primo che racconta una favola, la racconta come vuole lui e da allora nessuno osa più cambiarla. Ricordate: niente è come appare”.
Ecco “Diario di un gatto con gli stivali” trasformarsi in una raccolta fiabesca misteriosa come un giallo. Da svelare a Natale sotto l’albero.