La nostra società che si evolve così rapidamente ha imposto alla cucina di diventare sempre più veloce per adattarsi ai ritmi sbrigativi dell’epoca Web 3.0.
Il momento del pasto si è sganciato dai luoghi tradizionali della tavola, della riunione familiare e si è ridotto ad un mero fast food, in questo caso non inteso come catena ma letteralmente nel mangiare in maniera trafelata, il tempo sufficiente a inghiottire il cibo in tre bocconi o poco più.
Lo dimostra un sondaggio condotto dall’Osservatorio Nestlé-Fondazione ADI dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica su 800 connazionali, secondo i quali le “giuste misure” a tavola cioè 30-60-60 inteso come minuti da dedicare ad ogni pasto, sono un ricordo.
Il 75% del campione rappresentativo al mattino si sofferma a mangiare per meno di 15 minuti, il 50% a mezzogiorno non va oltre la mezz’ora e il 20% non supera il quarto d’ora.
Giuseppe Fatati presidente della Fondazione ADI spiega “L’indagine è stata condotta sugli adulti in età lavorativa, per cui è chiaro che per molti la pausa pranzo è forzatamente breve e ci si riesce a rilassare un po’ di più solo per cena. Il guaio è che colazione e pranzo trangugiati in fretta non saziano, così si rischia di arrivare a sera affamati, peggiorando ulteriormente la situazione: una cena pesante, magari a tarda ora e ingurgitata a tempo record, che rende la digestione difficile. Sballare l’equilibro, magari dormendo anche poco, crea un circolo vizioso da cui può diventare difficile uscire, favorendo l’aumento di peso.”
Quindi mangiare in maniera sano è importante, un’ovvietà si potrebbe dire, ma permette di stare fisicamente e mentalmente bene.
Nasce per questo il MovingFood, concetto che tanti paesi già conoscono, uno Street Food che soddisfa le esigenze dei palati e si prende cura di loro. La città meneghina da quasi un paio d’anni presenta tante opportunità in questo campo.
La Michetteria per esempio ripropone la michetta milanese (il pane che in altre regioni è comunemente chiamato rosetta) in chiave moderna street food, attraverso un delivery presente in tutta la città.
Sito in Porta Ticinese è nato dall’unione delle forze di Federico Gordini e Mattero Ungaro che hanno creato un menu ad hoc che cambia di mese in mese grazie al contributo di diversi chef che si prestano a creare diverse versioni della celebre michetta.
Non è solo l’originalità del cibo ad essere importante ma, anche la sua qualità come fa Cargo che offre alla sua clientela solo cibi biologici, il tutto con contorno di ecosostenibilità, le consegne si effettuano solo in bici e tovaglioli e contenitori sono riciclabili.
Interessante è anche una società di delivery dal nome Tramezzino, con sedi in otto diverse città tra cui anche Londra e Shangai, che offre prodotti naturali per farcire uno dei panini più conosciuti al mondo: i tramezzini!
Si passa dalle formule più comuni come prosciutto e formaggi a quelle più fantasiose come mela e gorgonzola o gamberi, nocciole e insalata, ideati per pasti singoli o anche eventi come l’Happy Hour. Insieme ai tramezzini sono disponibili tante scelte di risi e grani pensati per vegetariani e vegani in modo da interessare quanti più consumatori possibile.
Il più particolare resta sicuramente il format di catering e delivery Zero Briciole, fondato da Martina Camporeale che si occupa di gastronomia e ristorazione dal 1998.
Zero Briciole è una società fondata e formata da donne, un servizio che crea originali menu per l’ufficio e per i privati prendendosi cura della pausa pranzo di chi ha sempre meno tempo.
Il pollo e il risotto giallo diventano ‘stecchi’, simili a ghiaccioli ma solo nella forma, le torte sacher e al limone diventano dei dolci cake pop.
Professionale e con una gran passione per il cibo buono, sano e anche bello in un intervista a the HUB.Milano Martina spiega ” Vorrei salvare Milano dallo scempio delle pause pranzo preriscaldate del bar. Zerobriciole rende il mondo migliore perché si prende cura di un momento della giornata in cui il cibo viene visto più come un momento funzionale, che ludico e ricreativo come dovrebbe essere. Il format è stato pensato come cibo da scrivania, ma ai nostri clienti suggeriamo sempre di andarsi a fare una passeggiata, tanto il pranzo lo portiamo noi dove più si preferisce.”