Pochi giorni fa abbiamo parlato della festosa invasione dei tifosi del Trapani, giunti a San Siro per supportare la loro squadra in una partita che per l’Inter forse aveva un significato relativo, ma che per loro e per molti calciatori di una squadra che pochi anni fa militava tra i polverosi campi dei dilettanti ha rappresentato il coronamento di un sogno, uno di quei giorni da ricordare per tutta una vita.
Il calore di quei 2500 ragazzi siciliani, molti dei quali hanno compiuto una traversata garibaldina per arrivare a Milano, rappresenta uno dei lati positivi dello sport, un modo per sentirsi “heroes, just for one day” in un periodo difficile per tutto il nostro paese, ma ancora più difficile per una parte in particolare, quella più a sud. Episodi del genere non fanno che bene al nostro calcio, perchè tra liti infinite, burocrazia inutile e scarso appeal delle strutture tanti tifosi hanno perso la gioia di andare allo stadio a favore del divano di casa.
Per la sfida tra Juventus e Avellino di Coppa Italia del 9 gennaio i supporters irpini erano pronti a imitare i siciliani, anzi, a mettere in scena un’invasione ancora più massiccia. Tra le due tifoserie infatti il rapporto è ottimo sin dagli anni ’80, quando al Partenio scendevano in campo Platinì e compagni e il famoso “treno biancoverde” trasportava una moltitudine di sfegatati tifosi avellinesi in tutta Italia, e Torino non faceva eccezione. Di quel periodo magico mi ha spesso parlato mio padre, nato in provincia di Avellino ed assiduo frequentatore dello stadio biancoverde: dai suoi tanti aneddoti ho anche appreso del rapporto di stima reciproca tra la famiglia Agnelli e Sibilla, che favorì il passaggio di alcuni calciatori come Tacconi, Alessio e Vignola da una sponda all’altra.
La Lega Calcio ha pensato bene di spostare il match dal 9 gennaio al prossimo 18 dicembre, tarpando le ali a tanti che attendevano con ansia l’uscita dei biglietti e che si stavano organizzando già per partire alla volta del Conad Stadium dopo le feste di Natale. Una decisione difficile da comprendere e che ricade ancora una volta sui tifosi come Luca, avellinese doc, che in una mail ricevuta in redazione ci ha confessato tutto il suo sconforto, simile a quello di altri suoi concittadini che come lui già avevano effettuato delle prenotazioni di mezzi o strutture ricettive prima di acquistare il biglietto della partita: “Appena vincemmo contro il Frosinone, la prima cosa che feci fu andare su internet e vedere quanto mi sarebbero costati i voli di andata e ritorno per Torino. Poi mi fu detto di aspettare l’ufficialità, ma, come di consueto in questi casi, era solo per una questione di orari. Così, per tagliare la testa al toro, ho deciso di prenotare per tutta la settimana, così da visitare anche la città, poiché a Torino non ci sono mai stato. Ieri poi, dopo la comunicazione ufficiale della Lega, la doccia fredda…“.
Ancora una volta le istituzioni dimostrano tutta la loro miopia, e con il loro modo di agire hanno trasformato la gioia e l’ansia per una possibile festa calcistica in dispiacere.
Da parte di chi si batte (almeno a parole) per un calcio migliore azioni del genere non fanno altro che peggiorare la situazione, allontanando lo sport più amato al mondo dalla sua essenza originaria a favore di logiche che spesso sono davvero incomprensibili.