Che Grillo non fosse esattamente diplomatico lo si poteva capire dagli argomenti con cui arringava le piazze in campagna elettorale, ma ora che i suoi Cinque Stelle siedono in Parlamento sembra che niente lo possa fermare, neanche le critiche ricevute dai giornalisti. Infatti qualche giorno fa è apparsa sul suo blog la rubrica “Giornalista del giorno”, spazio del sito in cui si denigrano deliberatamente le figure dei giornalisti che “osano” non essere d’accordo con le scelte del movimento e fanno trasparire la loro idea negli articoli. La prima ad essere messa in gogna è stata Maria Novella Oppo, da più di vent’anni giornalista de L’Unità, che in un suo articolo sostiene che i grillini in parlamento siano eccessivamente provocatori.
Inutile dire che il popolo dei Cinque Stelle che segue il comico si è subito scatenato con commenti decisamente eccessivi, tra cui figurano insulti come “puttana“, “parassita” e “cazzo di mantenuta“, anche se in mezzo al delirio si solleva qualche voce contro Beppe Grillo, in quanto continuando così “si passa dalla parte del torto” e “ci si espone per nulla“.
Qualche giorno dopo la stessa sorte è toccata a un giornalista di La Repubblica, Francesco Merlo, che in un suo editoriale criticava la rubrica di Grillo, scriveva della sua paura di finire tra i giornalisti “cattivi” e sosteneva che bavagli alla stampa come questo non si verificavano ormai da anni. Nell’editoriale Merlo aggiunge che solo terroristi, mafiosi e corrotti applicano dei bavagli tali alla libera espressione e alla libera stampa.
Non contento il capo dei Cinque Stelle aggiunge un appello ai suoi fedeli che dovranno nei prossimi mesi segnalare tutti gli articoli che riportano pareri contrari rispetto a quelli espressi dal partito. Resta solo da attendere i pestaggi nelle abitazioni degli autori e le intimidazioni appiccando il fuoco alle sedi delle testate.
Inevitabili le reazioni da tutti i fronti: Ezio Mauro, direttore di La Repubblica twitta
“Grillo attacca Francesco Merlo, confermando che la sua concezione della libertà è quella tipica della casta“.
Giovanni Rossi, presidente della Stampa Italiana sostiene invece che “il comico-capo politico non perde occasione per attaccare, con la violenza verbale che lo caratterizza, i giornalisti che non gli piacciono. Non meriterebbe neppure una risposta“.