Invisible Girlfriend: l’app per far credere a tua madre di essere fidanzato

Che gli americani fossero più pratici di noi si sapeva. Che siano dei maghi degli affari anche. Anzi, negli USA si usa un’espressione molto suggestiva per indicare chi di business ci capisce: rainmaker (lett.colui che fa piovere), una sorta di sciamano dei giorni nostri.

Così noi europei siamo nuovamente qui a parlare di un’ app di oltreoceano che sconvolge le nostre menti bigotte. Durante lo Startup weekend di Saint Louis, infatti, un gruppo di ragazzi ha vinto il primo premio ($3,000) per la loro “Invisible Girlfriend“.

L’applicazione in questione permette di crearsi una fidanzata virtuale, che interagisca con noi tramite sms e chiamate in modo da consentirci di far credere a quei ficcanaso dei colleghi che sì, anche noi abbiamo qualcuno che ci aspetta a casa. In realtà al momento l’app è pensata solo per gli uomini, ma gli inventori assicurano che (viva la par condicio!) arriverà anche la versione al femminile.

Il tutto si articola in tre diversi livelli. L’abbonamento base consente di ricevere sms e simulazioni di chiamate di emergenza e ha il modico costo di 9,99 dollari; quello intermedio, invece, aggiunge a queste funzionalità anche l’invio di regali e il preziosissimo e importantissimo cambio di status di Facebook (un po’ la versione postmoderna delle pubblicazioni matrimoniali), ma sì sa, i privilegi costano ed ecco che per questo pacchetto si arrivano a pagare 30 dollari mensili. Per i clienti più esigenti invece, la version luxury a 49,99 dollari permetterà di “costruire” una fidanzata con specifici attributi, dalla quale ricevere vere e proprie telefonate.

Il creatore, Matt Homann, afferma che l’app potrà aiutare chi è in una relazione omosessuale a dribblare il fatidico coming-out, al pari di chi si trovi a voler respingere le attenzioni di un collega inopportuno. Homann continua affermando che l’intento del team non è di creare delle fidanzate virtuali quanto piuttosto di aiutare i clienti di turno a costruire delle “migliori storie” da raccontare.
E mentre il mondo scientifico grida allo scandalo (disagio sociale, alterazione dello sviluppo emotivo?) qualcuno di noi, di sicuro, ha già iniziato il download.

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