Il 2013 è stato l’anno europeo dell’aria. Risultato: tutta l’Europa si trova indietro rispetto agli obiettivi fissati per la riduzione delle emissioni di gas dannosi per la salute dell’uomo. Quello che doveva essere l’anno della svolta, con un impegno comunitario dichiarato ed effettivo che l’Europa non poteva disattendere, è stato nei fatti molto deludente e i sono i dati sull’inquinamento a parlare.
La commissaria europea all’ambiente, Janez Potocnik, commentando i dati relativi al 2010 secondo cui 420 mila morti premature in Europa sarebbero legate all’inquinamento, le considera inaccettabili. Dicendosi anche convinta che si potrebbero salvare fino a 100 mila vite ogni anno se si applicassero su vasta scala le tecnologie esistenti per combattere l’inquinamento atmosferico.
Sempre secondo quanto la Potocnik, “Dobbiamo riconoscere che alcuni degli standard Ue sulla qualita’ dell’aria stabiliti alla fine degli anni ’90 non sono stati rispettati” e la maggior parte degli Stati membri viola le norme Ue sulla qualità dell’aria, con relativi costi per la salute e per l’ambiente.
Pioggia di procedure d’infrazione per i Paesi che non rispettano la normativa sull’inquinamento come primo passo per cercare di risolvere il problema. Come per l’Italia, riconosciuta inadempiente dalla Corte di giustizia Ue per il superamento negli anni 2006 e 2007 dei limiti delle Pm10, cioè quelle particelle microscopiche (Materia Particolata) prodotte dall’attività umana, negli impianti di riscaldamento, in molte attività industriali, negli inceneritori e nelle centrali termoelettriche.
Le strategie per il raggiungimento degli obiettivi passano non solo per le decisioni statali e industriali, ma anche per i comportamenti individuali. Le macchine elettriche, quelle ibride, un maggiore sfruttamento delle risorse rinnovabili, sono tutte vie utili. I consigli comunali dovrebbero poi anche stabilire dei piani viabilità per evitare ingorghi e quindi traffico, mentre le aziende dovrebbero rispettare le direttive europee in materia di emissioni.
Gli obiettivi a lungo termine della Commissione sono un allineamento delle norme Ue ai nuovi standard previsti a livello internazionale dal protocollo di Gothenburg da attuare entro il 2020, che includono una diminuzione del particolato (le famigerate Pm10 e Pm2.5), ma anche l’applicazione delle linee guida dell’OMS.