Tra un attacco alla magistratura, l’ennesimo, e uno ai “traditori”, Silvio Berlusconi inaugura ufficialmente la sua personale campagna elettorale per le Europee, sperando in cuor suo che, in realtà, ci sia spazio anche per un ritorno alle urne anche per il Parlamento. Il menù proposto alle nuove leve dei Club Forza Silvio, all’Auditorium Conciliazione ieri pomeriggio, non cambia di una virgola da 20 anni a questa parte. Ed in fin dei conti perché dovrebbe mutare se si è confermato quasi sempre vincente nel corso di questo ventennio? Tanto è vero che si è riesumata anche l’idea della consegna del kit del perfetto presidente di Club: con tutto il necessario per diffondere il “verbo” berlusconiano.
È tornato il Caimano. Anzi forse non se ne era mai andato. Silvio Berlusconi si autocelebra circondato da volti giovani, riuniti da Marcello Fiori, braccio destro dell’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, e annuncia il traguardo dei primi 1.000 Club. L’obiettivo dichiarato è di sfiorare quota tremila al più presto.
Per raggiungere il suo scopo, il “Cavaliere decaduto” è pronto ad allearsi anche con coloro a cui non ha mai lesinato critiche feroci: i comunisti. Sel e, soprattutto, il Movimento 5 Stelle possono rappresentare quel grimaldello necessario per un pronto ritorno alle urne, magari agli inizi di marzo. Un governo di scopo, per scrivere la nuova Legge elettorale, “che rispetti il bipolarismo” in modo da schiacciare i piccoli partici, Ncd compreso, e poi di filata chiedere il responso degli elettori.
Il canovaccio dell’intervento dell’ex premier è il solito. Si parte con l’idea di un leader pronto a fare un passo indietro, “ma che di fronte al crollo nei sondaggi del Pdl dal 30 al 13%” si è sentito costretto a ritornare sul campo di battaglia. “Erano 21 i partiti e partitini che si erano uniti e per questo avevamo parlato di Popolo della libertà, poi a poco a poco qualcuno ha tradito, qualcuno se ne è andato via. Quando ho visto che il Pdl si reggeva principalmente su Forza Italia, ho preso la decisione e ho detto è il momento di tornare a Forza Italia”. Un accenno ai traditori, con tanto di fischi dalla platea che saranno sicuramente arrivati alle orecchie dell’ex delfino, oggi leader del Nuovo Centrodestra, Angelino Alfano.
Chiara la mission dei Club. “Dobbiamo fare uno sforzo sovraumano, ma noi siamo superuomini e superdonne: dobbiamo convincere più della meta degli italiani che devono dare il loro voto a Forza Italia. In sei mesi noi dobbiamo riuscire a contattare 27 milioni di elettori. Abbiamo creato Azione azzurra, il nostro cervellone che indicherà di settimana in settimana quello che dovranno fare i club Forza Silvio”. Quindi, l’appuntamento a gennaio per preparare “la campagna elettorale” senza specificare quale. Ma con la certezza che i candidati saranno scelti tra gli aderenti a club e partito.
Non poteva mancare, ovviamente, un accenno alle vicende giudiziarie, con l’immancabile attacco alle Toghe rosse. “C’è stato un pieno colpo di Stato, un progetto studiato e realizzato scientificamente da parte di certa magistratura e del Pd consistito in un cambio di strategia nei miei processi. La magistratura si è data una missione a favore della sinistra: si sono dati un assioma, ovvero che il popolo ha diritto alla democrazia che, secondo loro, ci può essere solo con la sinistra al potere e quando non ce la fanno attraverso le urne interviene la magistratura, interpretando la legge non in modo imparziale così da aiutare la sinistra a prendere il potere”.
Ben quattro i colpi di stato che a dire di Berlusconi lo hanno colpito: avviso di garanzia a Napoli nel ’94, dimissioni imposte a favore di Mario Monti, sentenza Mediaset e voto sulla decadenza. E su questo, l’arringa finale. “Oggi siamo ancora in una situazione di pericolo, siamo in un regime. Non sembra vero che vent’anni dopo, il giorno dell’Immacolata, l’8 dicembre, siamo ancora qui come allora per batterci per il nostro Paese, per non avere un futuro illiberale, siamo ancora qui per batterci per la nostra libertà”.
E se poi i “grillini” e, perché no, il neo segretario del Pd Matteo Renzi, danno una mano, si potrebbe anche provare a rovesciare nuovamente il tavolo e impegnarsi in una nuova campagna elettorale.