Primarie Pd: stravince Renzi, viva Renzi. Oppure no? Debacle per Cuperlo, si difende bene Civati. E Letta, ma anche Alfano chiaramente, sono fortemente preoccupati per questi risultati, sia in termini di partecipazione che per la percentuale ottenuta.
I risultati delle Primarie in casa Pd sono ancora tutti da analizzare nei flussi dell’elettorato, soprattutto verificando i primi passi del nuovo segretario, il sindaco di Firenze Matteo Renzi, in occasione del “patto di legislatura 2014”, semmai sarà firmato, e della fiducia al Governo che sarà richiesta prima alla Camera e poi al Senato nella giornata di mercoledì. Un primo banco di prova per comprendere se le elezioni politiche sono più vicine o, al contrario, se si dovrà attendere la primavera del 2015, come auspicato dall’asse Letta-Alfano.
Sicuramente, si temeva un flop con meno di due milioni di votanti. Alla fine, invece, sono stati oltre due milioni e mezzo. Comunque poco meno di quelli che hanno incoronato Bersani alla guida della coalizione di centrosinistra alle ultime elezioni. Distanti anni luce dalle prime Primarie che servirono per incoronare Romano Prodi e Valter Veltroni. Detto ciò, però, sicuramente i detrattori di questo strumento partecipativo, made in Usa, non potranno accusare Renzi di essere un segretario zoppo. Con il quasi 70% controllerà il partito in tutti i suoi organismi. Cuperlo non si è neppure avvicinato al 20%. Mentre Civati ha ottenuto un comunque lusinghiero quasi 14%.
Ma questo non significa che saranno solo rose per il neo eletto segretario. La percentuale avuta, il quasi 70%, somiglia quasi ad un plebiscito. Ma governare un partito per un lasso di tempo medio-lungo, che ha quale hobby principale e preferito quello logorare i propri leader, soprattutto se rischiano di vincere le elezioni politiche, non sarà facile. Soprattutto per chi, ad oggi, non siede neppure in Parlamento. Quindi è fisicamente distante dai Gruppi di Camera e Senato. Un’autonomia che il viceministro, Stefano Fassina, e lo stesso candidato stra-sconfitto Gianni Cuperlo, si sono affrettati a ricordare a Renzi e ai suoi sostenitori, nel tentativo, vano, di raffreddare gli entusiasmi.
Molto si comprenderà sulle reali intenzioni del neo segretario democratico dalle sue prime mosse. “Da oggi dettiamo noi le regole, la durata del Governo è un falso problema, contano i fatti. Oggi si cambiano i giocatori, sono sostituiti i vecchi dirigenti. I teorici dell’inciucio sicuramente non brinderanno”, queste alcune delle dichiarazionie di Renzi, a caldo, dopo la vittoria. E proprio l’asse Letta-Alfano dovrà preoccuparsi maggiormente di questa affermazione, larghissima, del rottamatore. Si andrà da una diarchia ad un triumvirato, dove però l’azionista forte – sull’onda lunga del suffragio popolare – sarà proprio Renzi. Reggerà il Governo a questa forte onda d’urto? Mancano all’incirca sei o otto settimane per far chiudere la finestra elettorale per il voto a marzo 2014. Ci sarà, sicuramente, da soffrire, da mediare, da ingoiare il classico rospo, per chi intende rimanere in sella a livello governativo. D’altro canto, invece, questo è il lasso di tempo per creare tanti incidenti di percorso, per far cadere il Governo ed andare ad elezioni anticipate.
Il segretario Matteo Renzi non potrà certo pretendere di comportarsi come quei ragazzi che se non vengono accontentati su tutto, prendono il pallone per non far giocare più nessuno. Ma certo non potrà iniziare il suo mandato da segretario, rimangiandosi tutto quello che ha promesso di attuare in questa campagna congressuale per le Primarie. Pena, la perdita immediata della credibilità e rendere, quindi, molto più complicato il suo vero progetto che lo vede approdare a Palazzo Chigi nel più breve tempo possibile.
L’attuale Premier ed il suo vice forse si auguravano un’affluenza minore e una percentuale più bassa. La golden share del Governo è in mano a Renzi. “Andiamo a giocare, adesso ci divertiamo. Ragazzi, il meglio deve ancora venire”, le sue ultime parole del discorso di ringraziamento di ieri sera che è sembrato molto più adatto ad un candidato Premier che ad un segretario di partito. E non è detto che sia un auspicio, potrebbe suonare anche come un avvertimento in direzione Palazzo Chigi.