Durante la recente conferenza annuale Human Sensing 2013 tenutasi a Yokohama, Giappone, è stato presentato Neurocam, un apparecchio capace di registrare gli impulsi visivi delle persone e che potrebbe rivoluzionare il futuro del settore pubblicitario. Si presenta come un sofisticato cerchietto da indossare che ha a lato un iPhone e un prisma all’altezza dello sguardo per catturare ciò che l’occhio sta guardando.
Grazie ad una speciale applicazione installata sull’iPhone, lo schermo mostra in diretta ciò che lo sguardo sta osservando, come se lo smartphone stesse leggendo la mente di colui che indossa il Neurocam.
L’apparecchio è dotato anche di un sensore EEG capace di scannerizzare il cervello e di leggere le onde celebrali che vengono emesse nel momento in cui il nostro sguardo è attratto da qualcosa.
Questo genere di ricerche è già attivo da tempo nel campo del neuromarketing, che monitora l’attività celebrale attraverso l’elettroencefalogramma e studia le percezioni dei cinque sensi.
Ma la vera novità di Neurocam consiste nell’applicazione installata sullo smartphone che è capace di quantificare il livello di interesse da una scala che va da 0 a 100. Se il livello di interesse registrato è superiore a 60, il numero diventa di colore rosso e la camera inizia a registrare in automatico, creando una GIF animata di 5 secondi. Le GIF sono poi raccolte in un’apposita cartella cosicché l’utente può vederle e ricordare cosa o chi avesse attirato la sua attenzione.
Per quanto possa non sembrare molto interessante rivedere le GIF e quindi di avere conferma che una determinata cosa ha attirato la nostra attenzione, il Neurocam potrebbe diventare fondamentale nel campo della pubblicità. I dati forniti dall’apparecchio potranno determinare quali articoli interessano maggiormente i consumatori, offrendo anche una mappatura geografica grazie al GPS.
Nel progetto Neurocam è infatti coinvolto anche Dentsu, la principale agenzia di pubblicità e di pubbliche relazioni del Giappone.
Neurocam è ancora un prototipo e non ci dato sapere se nel prossimo futuro le potenzialità di questo apparecchio giapponese saranno applicate nel quotidiano, certo è che si spera che la celeberrima frase “Divennero tutti come dei drogati: vivevano per vedere i loro sogni, e quando dormivano sognavano i loro sogni” del film “Fino alla fine del mondo” non sia profetica.