Scempio a Pompei, nuovi crolli ma nessuno si muove

Un sito trascurato da troppi anni quello di Pompei che, a seguito dell’incuria continua a farci perdere pezzi preziosissimi di storia che non potremo più riavere. Dopo gli ultimi crolli del 24 novembre domenica scorsa è toccato al muro di una bottega nella via Stabiana e all’intonaco della Casa della Fontana.

Una terribile storia tutta italiana quella di Pompei, la manutenzione ordinaria, ossia quella che permette di tenere sotto controllo la stabilità delle costruzioni e dei beni, viene saltata da anni. Inoltre il progetto che da un anno prevede la completa riqualificazione del sito è fermo con le quattro frecce per mancanza di fondi. Nelle ultime ore il ministro per i Beni Culturali Massimo Bray ha evidenziato la necessità di un intervento rapido che, a quanto pare, dovrebbe arrivare entro metà dicembre.

L’INTERVENTO IN PROGRAMMA A partire da metà mese dovrebbero cominciare i lavori di messa in sicurezza, restauro e riqualificazione nell’intero sito. Dal 15 dicembre verrà ristrutturato il VI regio (quartiere), incluso il muro della bottega crollato ieri sera; per quest’opera la gara d’appalto è già conclusa e in via di assegnazione. nei mesi successivi dovrebbero essere assegnate le commesse per le restanti aree del sito.

LE CRITICHE Antonio Pepe, rappresentante del sito archeologico per la CGIL sottolinea la sostanziale indifferenza della Sovrintendenza per i Beni Culturali negli ultimi anni nei riguardi degli scavi archeologici e dei numerosi crolli che si sono susseguiti senza nessuna misura per arginare la crisi. Pepe aggiunge inoltre che a Pompei sono disponibili solo tre operai per le operazioni di restauro, quando la Sovrintendenza potrebbe riorganizzare le risorse per dare la giusta importanza all’operazione di recupero.
Per quanto riguarda la politica, l’ex ministro Sandro Bondi ne approfitta per scagliarsi contro il Presidente Napolitano che, all’epoca dei crolli del 2008, avrebbe scatenato una caccia all’uomo senza però risolvere alcunché.

In questo clima di incertezza rimane solo l’attesa di maggior chiarezza in vista dei lavori che presto partiranno perché è impossibile che un tesoro italiano invidiatoci da tutto il mondo venga lasciato a crollare senza che nessuno intervenga.

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